Forum missionario: don Pizzoli (Missio), “profezia non è rompere gli schemi. La trasformazione non fa rumore, è silenziosa ed efficace”

(Foto Missio)

(Montesilvano) “Sostituiamo la parola potere con le parole abilità, prossimità, impegno, prenderci cura. Tante volte come missionari ci siamo sentiti dei ‘fuori legge’ ma cosa vuol dire per noi esserlo? Non significa solo rompere gli schemi ma trasformare le cose dall’interno, come lievito nella pasta”. Così don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, ha tracciato le conclusioni dei lavori al Forum missionario di Montesilvano, dal titolo “Cantiere Missione”. Quattro giorni intensi di incontri, scambio, testimonianze e laboratori, durante i quali si è riflettuto sul futuro della missione. Le conclusioni sono state uno sforzo di sintesi tra i dieci contributi emersi da altrettanti laboratori tematici affidati ai 230 partecipanti all’evento.
“Pensiamo spesso che profezia sia rompere gli schemi – ha ribadito don Pizzoli –, ma non è solo questo. La trasformazione non fa rumore, è silenziosa, è efficace”. Perché lavora sotto traccia e raggiunge risultati concreti. Dai laboratori missionari sono emersi suggerimenti per il cammino: gli addetti ai lavori vogliono “comunità aperte e meno clericali”. Chiedono di porre “attenzione ai fragili, ai giovani, ai poveri, alle Chiese sorelle”. Vogliono “manifestare la gioia di essere cristiani” nel “coraggio di partire” e “nell’integrazione tra culture”. La loro è una Chiesa missionaria che si distingue per essere gioiosa, dinamica, non ingessata. Centrata sullo scambio e sulla valorizzazione delle diversità. “La missione ha il potere di aprire gli occhi sul mondo e formare coscienze”, fanno notare. Di “attivare percorsi inclusivi in cui tutti siano coinvolti”, dai più poveri ai vescovi e persino a chi è lontano dalla Chiesa. Vorrebbero dar sempre più vigore alle “piccole comunità che intraprendono cammini con la Parola al centro”. Come la lettura popolare della Bibbia in gruppi di famiglie e nei condomini. Una spiritualità non asfittica che si rivitalizza nell’uscire. Infine suggeriscono che è “necessaria una riorganizzazione sistemica e trasversale tra gli uffici” per lavorare sempre di più in sinergia.

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