Nei primi mesi del 2025 dovrebbe partire la sperimentazione della legge approvata lo scorso 7 novembre sull’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora. Le Asl, spiega in un’intervista al Sir Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas), “dovranno iscrivere le persone, su loro richiesta, nelle liste degli assistiti, e per questo definire ed attivare procedure interne per l’allocazione delle risorse e la gestione delle richieste. Contemporaneamente sarà necessaria un’adeguata campagna informativa rivolta in particolare a chi è più prossimo alle persone che non hanno una residenza: operatori e volontari delle associazioni, dei servizi di emergenza/urgenza, assistenti sociali, medici ed infermieri, ma anche forze dell’ordine. Un passaggio da non sottovalutare per riuscire a informare e indirizzare le persone che fino ad oggi pensavano di non avere possibilità di accedere alle cure sanitarie”.
L’Istat e la Caritas certificano 5,7 milioni di poveri “assoluti”, indice mai registrato prima, ma basta un evento avverso per perdere la casa e a diventare “invisibile”. “Chiunque, in qualsiasi momento, può diventare invisibile”, avverte Rosina. Infine una sottolineatura: “I dati dell’Osservatorio Cnel ci dicono che ci sono Comuni che investono per la spesa sociale meno di dieci euro a cittadino, contro altri che ne investono fino a 583. Al di là della misura economica, occorre quindi capire quali servizi siano garantiti sui territori, perché sono questi a poter cambiare il risultato garantendo davvero alle persone servizi e diritti. Servono risorse, persone, competenze”.