Sanità: Rosina (Cnoas), “bene medico di base per i senza dimora, aspettiamo decreto attuativo”. “Serve riflessione su percorsi di continuità assistenziale”

(Foto Calvarese/SIR)

Una legge “accolta positivamente, vista l’importanza, anche per i progetti di inclusione sociale, per l’assistenza sanitaria e il coinvolgimento del medico di medicina generale. Molte persone senza fissa dimora presentano bisogni sanitari che fino ad oggi venivano affrontati grazie all’intervento di associazioni, professionisti volontari attivati dai servizi sociali dei Comuni che, al di là della presenza di una residenza, intervengono comunque”. In un’intervista al Sir Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas), commenta il disegno di legge approvato definitivamente lo scorso 7 novembre dal Senato che, in via sperimentale e con uno stanziamento di un milione di euro per il 2025 e il 2026, vuole assicurare progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria a chi non ha casa. “Pensiamo agli effetti positivi che avrà sui minorenni che potranno finalmente entrare nei programmi di prevenzione e di screening, mentre fino ad oggi ci si occupava della loro salute prevalentemente in situazioni di malattie acute, spesso in regime di ricovero ospedaliero”, osserva Rosina.
Per esprimersi su punti di forza ed eventuali nodi da sciogliere, “attendiamo di vedere il decreto previsto dalla norma per l’attuazione del programma sperimentale – dice –. Aspettiamo anche la definizione delle modalità di realizzazione nel rispetto del limite delle disponibilità del fondo”. Preoccupa “il fatto che s’imposti l’intervento in via sperimentale, soltanto in 14 grandi città dove certo il disagio è più grave e più evidente, e che i fondi siano previsti soltanto per i prossimi due anni”, aggiunge. Infine un auspicio: “Vogliamo sperare che questo tempo si usi al meglio, per verificare a livello locale, regionale e nazionale, in collaborazione con le associazioni di volontariato e di assistenza sociale, con i servizi e i professionisti del sistema sociosanitario, cosa e quanto serva davvero. La sperimentazione dovrà consentire di aprire la riflessione anche ai cosiddetti percorsi di ‘continuità assistenziale’, cioè a quando le persone possono essere dimesse dall’ospedale ma non hanno una casa, un reddito o una rete familiare, e necessitano di ulteriori percorsi in strutture temporanee di ricovero per stabilizzare il quadro sanitario”.

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