Pontificia Facoltà Auxilium: inaugurato il 55° anno accademico. Mons. Pagazzi, “responsabilità dell’atto educativo è dare ‘sapore e gusto’ delle cose, delle persone e del mondo”

È stato inaugurato questa mattina il 55° anno accademico della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma. L’atto accademico, svoltosi presso l’aula magna Giovanni Paolo II della Facoltà, è stato aperto dalla celebrazione eucaristica presieduta da don Andrea Bozzolo, rettore dell’Università Pontificia Salesiana. La prolusione è stata svolta da mons. Giovanni Cesare Pagazzi, segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Nel suo intervento, dal titolo “Il lievito e la farina. Un’inusuale metafora del Regno e del suo annuncio”, mons. Pagazzi – viene sottolineato in una nota dell’Ateneo – ha proposto una originale lettura delle pagine evangeliche: la parabola del lievito e della farina e l’evento in cui Gesù risorto, sulle rive del Lago di Galilea, cucina i pesci per i suoi discepoli. Per il relatore, “l’arte del cucinare è vicina all’educare, perché è trasformare per la vita, è tenere insieme gli opposti, è memoria di famiglia, culture, popoli, è atto di insegnare e apprendere, è sapere pratico; è eredità che propizia il momento creativo, è attenzione alle persone, alle cose, ai tempi, è risvegliare la fame”. Un programma per docenti, studenti e studentesse per lo studio e la ricerca di professionisti dell’educazione, perché la responsabilità dell’atto educativo è dare “il sapore e il gusto” delle cose, delle persone e del mondo.
La prolusione di mons. Pagazzi, è stata preceduta dalla relazione della preside, prof.ssa Piera Ruffinatto. L’anno accademico 2023-2024 è stato denso di impegni e attività per le docenti: attraverso le “tre missioni” dell’università si sono rilette le sfide educative contemporanee in ottica di speranza. Ed è proprio in questa prospettiva che si apre il nuovo anno accademico. “La nostra missione culturale – ha sottolineato la preside –, coniuga la speranza con l’educazione. Infatti, non si può educare una persona se non si crede nel suo potenziale di bene e di vita. Ogni sforzo intellettuale, ogni ora dedicata allo studio, ogni progetto di ricerca nasce dalla speranza che il nostro impegno possa portare a scoperte significative, a una comprensione più profonda della realtà e del suo significato profondo e a soluzioni innovative in grado di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo”. Per questo, “educare è un atto di coraggiosa speranza”.
Con lo sguardo rivolto al futuro è stato inaugurato “I Care Lab”, un nuovo ambiente in cui studenti, docenti, altri professionisti potranno imparare a gestire attività didattiche; condurre e registrare eventi e lezioni online; collaborare per creare, innovare e sperimentare nuove metodologie di formazione; condividere buone pratiche. Uno spazio in cui l’innovazione didattica è al servizio delle persone. “Il nome – ha precisato ancora suor Ruffinatto – riflette il nostro impegno nel coltivare l’integrità, la cura, la passione e la responsabilità verso l’educazione, perché educare significa prendersi a cuore il futuro di chi impara e di chi insegna”.
L’atto accademico si è concluso con il saluto di madre Chiara Cazzuola, Gran Cancelliere della Facoltà e superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha dichiarato aperto l’anno accademico 2024-2025.

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