“La copertura giornalistica delle religioni” è stato il tema di una giornata di studi che si è svolta oggi alla Pontificia Università della Santa Croce su iniziativa dell’Associazione Iscom con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose” e la collaborazione dell’Ateneo. In un contesto multiconfessionale e multireligioso quale quello italiano ed europeo è urgente, utile e necessaria una corretta conoscenza delle tradizioni religiose, ha spiegato don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, evidenziando che l’ignoranza innesca un processo pericoloso la cui decostruzione è operazione sempre più complessa ed intricata, difficile e non indolore. Secondo il sacerdote una corretta comunicazione può aiutare il processo inverso. Per Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione WebCattolici italiani, le principali fonti di informazione degli italiani sono algoritmiche. Una sfida per chi è impegnato nel racconto della vita della Chiesa, dei contenuti di fede e del Magistero che, a corrente alternata, riescono a “bucare” la rete. Le ricerche in ambiti disciplinari come la Sociologia della religione e dei processi culturali, l’Antropologia e la Psicologia della religione confermano – ha sottolineato Claudia Caneva, preside dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Ecclesia Mater” della Pontificia Università Lateranense – che non possiamo utilizzare più il termine “secolarizzazione” come categoria descrittiva delle società contemporanee occidentali. La dimensione del sacro, intorno alla quale si svolgono i nodi cruciali dell’esistenza, presenta oggi scenari inediti rispetto al passato e pone al mondo della comunicazione sfide improrogabili. Per Luca Bernabei, amministratore delegato della Lux Vide dall’invenzione del cinematografo all’esplosione delle piattaforme streaming, cinema e televisione hanno sempre avuto l’ambizione di raccontare per immagini le storie delle tradizioni religiose. Tutt’oggi, la domanda di faith content è in crescita rampante, in un mercato che reclama nuove linee narrative ed un approccio fresco al racconto della spiritualità. Il controverso rapporto tra religione e mass media riflette la complessa relazione che oggi caratterizza la religione rispetto alla società contemporanea e ci spinge a ripensare cosa siano le religioni, cosa siano i media, ha sottolineato Davide Jona Falco, assessore alla comunicazione dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia. La giornata si era aperta – con la moderazione di Antonino Piccione dell’Iscom – con i saluti di Marta Brancatisano del Comitato “Giornalismo & Trdizioni Religiose” e di Davide Dionisi, inviato speciale del Governo italiano per la promozione della libertà religiosa. Tra gli interventi quello del direttore editoriale di “Cinitalia” e di Zouhir Louassini, giornalista di Rai News. La Giornata si è poi conclusa con un Focus su “I media confessionali in Italia (radio, tv, giornali, siti web)” con interventi di Roberto Cipriani, emerito di Sociologia dell’Università Roma Tre, di Ghita Micieli De Biase dell’Unione induista italiana, di David Gianfranco Di Segni, direttore de “La Rassegna Mensile di Israel” e di Ahmad Ejaz del Centro islamico culturale d’Italia.