“Ho deciso di dimettermi dal mio ruolo di arcivescovo di Canterbury. L’inchiesta condotta da Keith Makin ha esposto la cospirazione di silenzio sugli atroci abusi commessi da John Smyth. Quando ne sono stato informato, nel 2013, e ho fatto sapere alla polizia che ne ero a conoscenza ho pensato, sbagliando, che una soluzione adeguata sarebbe seguita. È chiaro che devo assumermi una responsabilità personale e istituzionale per il lungo periodo, tra il 2013 e il 2024, che ha riaperto tanti traumi”. È con queste parole, contenute in un comunicato ufficiale, che il primate anglicano Justin Welby, guida di circa 85 milioni di fedeli in tutto il mondo, ha fatto oggi sapere che si dimetterà. A chiedere che lasciasse l’incarico sono stati, nei giorni scorsi, vescovi e altri membri della “Chiesa di Inghilterra”, oltre ad alcune vittime degli abusi di John Smyth.
Per oltre quarant’anni John Smyth, un avvocato e membro impegnato nella “Chiesa di Inghilterra”, aveva abusato centinaia di minori in sud Africa, soprattutto nello Zimbabwe, e nel Regno Unito, alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. A denunciare i suoi crimini sono stati i media britannici e, negli ultimi giorni, il rapporto indipendente, appena pubblicato, che la chiesa di stato inglese ha affidato all’esperto Keith Makin. Nel comunicato Welby dice di sperare che le sue dimissioni convincano il fedeli di quanto “la Chiesa d’Inghilterra prenda seriamente il bisogno di cambiamento e anche il nostro impegno a dare vita a una chiesa più sicura”.
“Me ne vado condividendo il dolore di tutte le vittime e dei sopravvissuti degli abusi”, scrive ancora l’arcivescovo di Canterbury. “Gli ultimi giorni hanno rinnovato il sentimento di profonda vergogna che provo da tempo per come la Chiesa di Inghilterra non sia riuscita a garantire, storicamente, la protezione dei minori. Per dodici anni ho lottato per migliorare la salvaguardia dei minori. Tocca ad altri giudicare quello che ho fatto”.
Il comunicato si conclude con la richiesta di preghiera. “Chiedo a tutti di pregare per mia moglie Caroline e i miei figli”, dice Welby. “Sono stati il mio sostegno più importante durante il mio ministero e sono eternamente grato per il loro sacrificio. Sono convinto che dimettermi sia nel migliore interesse della Chiesa di Inghilterra che amo profondamente. Prego perché questa decisione ci riavvicini all’amore che Gesù Cristo ha per ciascuno di noi. Il mio più profondo impegno è verso la persona di Gesù Cristo, mio Salvatore e mio Dio, la speranza di ogni persona”.