Nel 2023 nei 3.124 centri di ascolto e servizi informatizzati della rete Caritas in 206 diocesi sono state supportate 269.689 persone. Si tratta di circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta registrate dall’Istat. Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% di assistiti, meno che negli anni passati ma pur sempre in aumento. È quanto emerge dal Rapporto su povertà ed esclusione sociale di Caritas italiana presentato oggi a Roma. Tra gli assistiti 1 persona su 4 (23%) ha un’occupazione. Se si allarga lo sguardo a un intervallo temporale più ampio il dato risulta impietoso: dal 2015 ad oggi il numero di persone sostenute è cresciuto del 41,6%, soprattutto nel Sud e nelle Isole (+53,3%) e nel Nord Italia (+52,1%). A fronte di un leggero calo dei nuovi poveri (dal 45%,3% al 41%), si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche: 1 persona su 4 è seguita da oltre 5 anni. In Italia un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni sovraffollate, poco luminose e senza servizi, come l’acqua corrente in bagno. Il 5% dei nuclei fa fatica a pagare le rate del mutuo o l’affitto e le bollette. Nei centri di Ascolto Caritas la casa è il terzo tra i problemi riportati: coinvolge il 22,7% degli assistiti. Una percentuale che aumenta al 27% se si considerano solo le persone straniere. Eppure, rileva il report Caritas, “le risposte istituzionali diminuiscono: dal 2022, i due pilastri delle politiche abitative socioassistenziali (Fondo locazioni e Fondo morosità incolpevole), non sono stati più rifinanziati”. Ogni anno le Caritas diocesane implementano 70/80 progetti sul tema casa, coinvolgendo anche associazioni, cooperative o altri enti nei territori. In 6 anni (escluso il 2020 per la pandemia) sono stati realizzati 386 progetti, pari ad oltre 42 milioni di euro tra 8xmille e cofinanziamenti delle diocesi. I target di riferimento spaziano dagli anziani ai senza dimora, dalle famiglie straniere ai giovani studenti fuori sede.
Nel complesso, i progetti Caritas 8×1000 svolti nel 2023 sul territorio nazionale sono stati 430. Hanno riguardato per il 20% servizi socio-educativi per minori, adulti e anziani, centri diurni e attività per il contrasto alla povertà educativa. Il 18,6% è stato utilizzato per servizi di accoglienza, comunità e housing, il 18,3% per l’erogazione di cibo e aiuti materiali, mense ed empori. Il 14% dei progetti è stato dedicato ad attività di formazione professionale e inserimento lavorativo, il 5% alla formazione giovanile ed educazione sanitaria, il 3,7% ad attività finalizzate alla giustizia riparativa e sociale.