(Montesilvano) La seconda giornata del Forum missionario a Montesilvano si apre con le lodi mattutine. Segue un programma di relazioni e condivisioni attorno a tre temi: riconoscere, interpretare, scegliere, con voci da diversi Paesi del mondo.
La giornata di ieri ha visto una tavola rotonda sul tema “La cattedra dei poveri”.
“Svuotarsi in un certo modo è impoverirsi e fare spazio allo spazio dell’altro: per andare avanti nella nostra missione dobbiamo essere capaci di impoverirci e disimparare”. Sono le parole pronunciate da padre Dario Bossi, comboniano, da molti anni in Brasile. Padre Dario ha raccontato la sua storia di missione e redenzione con gli impoveriti del nord-est brasiliano, dove le multinazionali minerarie sfruttano il territorio, inquinano e allontanano le comunità locali dalla loro terra. “Vivevamo una situazione di distruzione per via dell’inquinamento”, ha spiegato. Un inquinamento provocato dalla “catena dell’esportazione dei minerali di ferro: c’erano conflitti legati al latifondo e all’agro-business. Quella era un’esperienza di svuotamento e di convivenza impossibile”, tra gli impoveriti e i nuovi ricchi. Padre Dario ha raccontato l’ingiustizia del furto di terra: “Al posto delle comunità si erano installate le imprese e la gente era costretta a scegliere tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute”. Poi la svolta arrivata dal basso: la mobilitazione popolare come grido dei poveri ha infine portato “al protagonismo della gente piccola: tutti assieme abbiamo fatto rumore”. La comunità dal Maranao contestando unita le violazioni alle imprese pedatorie ha ottenuto una parziale vittoria.
Giovanna Fattori, missionaria della Comunità Papa Giovanni XXIII a Colombo nello Sri Lanka, ha raccontato la sua esperienza missionaria nella casa famiglia con persone con gravi disabilità. “Condivido la vita con questi giovani diversamente abili, facendo famiglia con loro – ha detto –. Questo è lo stile della nostra comunità Papa Giovanni. Sono persone con diversi disturbi, abbandonate dalla famiglia o allontanate dalle stesse: la disabilità qui è vissuta ancora con vergogna e nella migliore delle ipotesi si tende a nasconderla”. La missione di Giovanna è quella di rivelare la bellezza nascosta nelle “persone considerate degli scarti per promuovere e valorizzare le loro capacità”. Conoscendo don Oreste Benzi, fondatore della Comunità, la missionaria ha realizzato il passaggio che le mancava: “Scendere dalla cattedra” e mettersi ad ascoltare la cattedra dei poveri. Ha raccontato che stare accanto alle persone disabili e “ascoltare i loro pianti è stato come visitare la passione di Gesù: per tutti vale la terapia dell’amore che lenisce il dolore”.
Infine, la testimonianza di suor Rosemary Nyirumbe dall’Uganda e la sua intuizione creativa per trasformare la vita delle donne ugandesi vittime dei guerriglieri durante la guerra civile. Grazie ad una macchina da cucire queste ragazze allontanate dalla comunità dopo essere state rapite dai gruppi armati e coinvolte loro malgrado nella guerra degli anni Novanta, sono risorte. “Passare dal crimine al tesoro: erano state formate per uccidere, durante la guerra civile ugandese, e le loro vite si sono trasformate grazie ad una macchina da cucire”, ha detto suor Rosemary.
Lidia Maggi ha infine curato le “risonanze bibliche”: “Ai poveri è annunciato il Regno di Dio (Lc 4,18)”.