“La diocesi di Porto-Santa Rufina aderisce alla campagna sul disinvestimento dal fossile per testimoniare con un gesto concreto la cura per il creato e per le creature che Papa Francesco ci ricorda essere dono dell’amore di Dio. Nell’opera del Creatore risplende la bellezza della Parola di Dio, la Parola che in Gesù Cristo ha rivelato il volto del Padre buono. Siamo chiamati dal Vangelo ad essere operatori di pace e di giustizia annunciando con il cuore, con la mente e con le mani la speranza della Resurrezione in ogni ambito della vita e in ogni formazione sociale”. Lo dichiara mons. Gianrico Ruzza, vescovo di Porto-Santa Rufina e membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, spiegando il perché dell’adesione della diocesi alla campagna con la quale oggi 27 istituzioni religiose hanno annunciato il loro disinvestimento dai combustibili fossili mentre a Baku, in Azerbaigian, è in corso la Cop29.
Per mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, aderire è “un imperativo morale, dato il forte impatto distruttivo che i combustibili fossili hanno sul clima, sulla biodiversità e sui diritti umani”. “Condividendo la finalità, pur in assenza di investimenti della tipologia citata, si conferma che non procederemo neanche in futuro all’utilizzo o a qualsiasi investimento che riguardi le fonti fossili”, spiega mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei. Anche la diocesi di Locri-Gerace, sottolinea il vescovo Francesco Oliva, aderisce “per prendersi cura del Creato e avere a cuore l’altro in una dimensione pragmatica dello partendo dagli ultimi e dai più deboli. Guardando il Cielo senza dimenticare la terra”. L’adesione alla campagna da parte della diocesi di Acireale, evidenzia il vescovo Antonino Raspanti, che è anche presidente della Conferenza episcopale siciliana, avviene “poiché il riscaldamento globale è un problema da cui ogni abitante della terra non può sfuggire. La sostenibilità ambientale è un impegno sociale per rispettare il Creato”.
Anche le diocesi di Chioggia, guidata dal vescovo Giampaolo Dianin, e di Cuneo-Fossano, guidata da mons. Piero Delbosco, hanno manifestato la loro adesione. Così come le Acli che, per bocca del presidente nazionale Emiliano Manfredonia, rilevano come “l’energia da combustibili fossili costituisce una delle principali fonti di inquinamento del nostro Pianeta: sono infatti i maggiori responsabili nelle emissioni di gas serra. L’utilizzo dei combustibili fossili ha un notevole impatto quindi sull’ambiente e sul cambiamento climatico in atto ed è necessario ridurne la dipendenza potenziando forme di approvvigionamento più sostenibili. Nell’ottica di una vera transizione energetica, servono provvedimenti urgenti che privilegino l’adozione di forme di energie rinnovabili (solare, eolica e idroelettrico) in sostituzione di quelle fossili”. “L’obiettivo – prosegue Manfredonia – deve essere quello di migliorare l’efficienza energetica da fonti rinnovabili in tutti i campi. Nell’edilizia: con l’efficientamento dei condomini e l’installazione di pannelli fotovoltaici; nella viabilità: con la diffusione di veicoli elettrici o ibridi; nei processi industriali”. “Solo con l’adozione di nuove tecnologie e pratiche sostenibili potremo salvaguardare il nostro Pianeta, mitigare gli effetti del cambiamento climatico e continuare a produrre l’energia di cui abbiamo bisogno. Per questo – conclude il presidente – come Acli siamo sostenitori di ogni azione che possa sostenere il processo di transizione energetica anche attraverso le azioni volte a incentivare il disinvestimento dalle fonti fossili”.