L’87% degli italiani ritiene che il cambiamento climatico rappresenti una grave minaccia per il mondo intero, soprattutto per la salute globale degli individui (89%, preoccupazione che sale al 92% tra la GenZ). Questo è uno dei dati emersi dalla ricerca realizzata da Ipsos per Amref Italia per indagare la percezione degli italiani rispetto al cambiamento climatico e il suo impatto sulla salute in Africa e nel mondo. La quarta edizione dell’indagine “Africa e Salute: l’opinione degli italiani” – fa sapere in un comunicato Amref – è stata condotta in vista di Cop29 a Baku, Azerbaijan (11-22 novembre 2024). Amref Health Africa, sarà presente alla conferenza con i suoi rappresentati e alcuni eventi. Su tutti spicca il lancio del Pan-African Partnership on Climate and Health, che avverrà il 18 novembre e vedrà la collaborazione tra Amref Health Africa, Pan-African Climate Justice Alliance (PACJA) e l’African Institute for Development Policy (AFIDEP). L’obiettivo del partenariato è di rafforzare la collaborazione e le alleanze strategiche per portare avanti l’agenda di advocacy su clima e salute promuovendo un approccio multi-stakeholder e affrontando la grande sfida che il cambiamento climatico rappresenta, soprattutto per il continente africano.
Dall’indagine Ipsos per Amref, stabile rispetto al 2023 l’idea che la manifestazione del cambiamento climatico che avrà le peggiori conseguenze nel nostro pianeta è rappresentata dall’aumento delle ondate di calore e dall’innalzamento delle temperature (47% che sale al 53% tra la GenZ). Al secondo posto l’aumento della siccità e la diminuzione della disponibilità di acqua (43%), a seguire la diminuzione della disponibilità di cibo dovuta agli impatti del clima sull’agricoltura (41%, con +4% rispetto allo scorso anno) e l’aumento delle alluvioni (32%). Se poco meno di 3 cittadini su 5 credono infatti che sia ormai troppo tardi per attuare misure risolutive per il climate change, 1 su 3 (33%) è invece convinto che in merito alle tematiche ambientali ci sia un allarmismo esagerato e la situazione non sia così grave. Il 61% degli intervistati crede che il cambiamento climatico impatti maggiormente sui Paesi a basso reddito. L’Africa, ad esempio, è effettivamente a oggi una delle regioni più colpite da questa crisi nonché una delle meno in grado di farvi fronte, nonostante sia responsabile di meno del 10% delle emissioni di gas che alterano il clima. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), solo nel 2023 gli eventi meteorologici estremi hanno ucciso più di 15.000 persone e la siccità ha colpito più di 88 milioni di persone in sei Paesi africani. Tuttavia, solo 22 Paesi hanno piani nazionali di adattamento alla salute e meno del 20% dei Paesi ha menzionato la salute nei propri contributi nazionali relativi alla riduzione delle emissioni di gas serra.
“Quante vite potremmo salvare, quante ne perderemmo. Questo è il volto umano del cambiamento climatico”, afferma il Direttore di Amref Italia, Guglielmo Micucci, commentando l’avvio di Cop29. Secondo l’OMS tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico causerà circa 250.000 morti in più all’anno, per denutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. Continua Micucci: “Alla Cop si discuteranno dati e cifre cruciali, legati alle percentuali delle emissioni o ai fondi per mitigare gli effetti del climate change. Nostro compito sarà richiamare scelte volte a salvare vite, ribadendo con forza che esiste una salute unica e globale: una One Health, che vede sullo stesso piano in quanto indissolubilmente legate la salute umana, dell’ambiente e degli animali”.