Il Governo della Repubblica Dominicana ha annunciato di voler procedere a deportazioni massicce di haitiani irregolari, in fuga dalla violenza incontrollata che si vive nel Paese. Deportazioni, he sono già iniziate, secondo quanto denuncia, in una nota il Servizio dei gesuiti per i migranti (Sjm) di Haiti, secondo il quale solo nei primi giorni di ottobre, le autorità dominicane hanno già deportato circa 6.505 persone al confine con Haiti. Tra queste non ci sono solo haitiani, ma anche dominicani di origine haitiana e dominicani di colore che non hanno mai messo piede ad Haiti. L’organismo esprime “profonda preoccupazione” e “condanna con forza gli abusi, le violenze e le ingiustizie subite dai cittadini haitiani durante le deportazioni di massa dalla Repubblica Dominicana”.
Padre Germain Clerveau, direttore di Sjm Haiti, denuncia “la sistematica disumanizzazione subita da questi uomini, donne e bambini deportati al confine. Troppo spesso vengono maltrattati, stipati in camion chiusi, feriti e trattati come semplici merci prima di essere rimpatriati a forza ad Haiti. Queste pratiche brutali e indegne, contrarie ai diritti umani e agli accordi firmati tra Haiti e la Repubblica Dominicana, sono un flagrante affronto alla dignità umana”. Proseguono i gesuiti: “Di fronte a questa crisi, chiediamo un’ampia solidarietà, una vera e propria catena di sostegno in tutta Haiti e oltre i nostri confini. Esortiamo lo Stato haitiano, il governo e gli attori internazionali a unire le forze con la società civile, le Ong, le Chiese, le parrocchie della zona di confine e la diaspora haitiana per organizzare un’accoglienza dignitosa e umana per i nostri connazionali. Insieme, possiamo sostenere i nostri fratelli e sorelle in questo momento di difficoltà”.
Sulle scelte del Governo della Repubblica Dominicana interviene anche la Conferenza episcopale dominicana (Ced), attraverso una nota del proprio Consiglio permanente. “Riconoscendo il diritto di ogni Nazione di applicare le proprie leggi e le proprie politiche migratorie – si legge -, esortiamo le nostre autorità a fare in modo che, nell’applicazione di queste, si assicurino di realizzarle nel rispetto della giustizia e della dignità umana”.
Prosegue la nota: “La nostra frontiera non deve essere uno scenario di corruzione, in cui i deputati a custodirla si trasformano in mercenari. Ci chiediamo: da dove entrano i clandestini haitiani? Quali sono quelli che permettono di entrare senza la debita documentazione? Cosa succede durante il processo di detenzione di coloro che sono privi di documenti?”. La Repubblica Dominicana, come nazione cristiana, “deve evitare che si presentino situazioni dolorose che colpiscono i migranti, come il trattamento ingiusto, le deportazioni arbitrarie e le separazioni familiari. Ricordiamo che abbiamo esteso la nostra mano solidale al popolo haitiano di fronte a qualsiasi catastrofe e, pertanto, dobbiamo mantenere questa attitudine caritativa”.
Concludono i vescovi: “Alla comunità internazionale ribadiamo che non ci si può dimenticare di Haiti, rispettando gli accordi concordati in diverse sedi e che hanno come obiettivo quello di superare la crisi umanitaria, sociale, economica e istituzionale che il Paese amico e vicino sta affrontando”.