Un dibattito vivacissimo, a tratti molto teso. Il Parlamento europeo ospita questa mattina il premier ungherese Viktor Orban, presidente di turno del Consiglio Ue, per illustrare il programma semestrale. Orban ha già esposto ieri programma e visione dell’Europa ai giornalisti presenti a Strasburgo. In aula intervengono i capigruppo delle famiglie politiche e numerosissimi deputati, fortemente divisi tra chi accusa Orban di guidare il peggior regime regime illiberale e chi lo vede con un vero “patriota”, salvatore dell’Europa. All’inizio della seduta è intervenuta la presidente Roberta Metsola che, senza dirette allusioni alla situazione interna dell’Ungheria, ha affermato: “La presidenza ungherese giunge in un momento importante di cambiamento istituzionale. Un nuovo mandato porta nuove sfide e opportunità, che dobbiamo abbracciare tutti insieme. […] Nelle prossime settimane voteremo un nuovo Collegio di commissari per iniziare a lavorare sulle priorità che contano per le persone. Queste decisioni plasmeranno il futuro dell’Europa. Ci sono molti altri passi avanti significativi per la nostra Unione, che faremo insieme nelle prossime settimane, mesi e anni. Tra cui il sostegno all’Ucraina. Rafforzare la competitività europea. Costruire un’Europa più stabile e sicura in un mondo di crescente incertezza. Un’Unione di democrazia, prosperità e sicurezza che protegga i nostri valori ovunque”. Metsola ha aggiunto: “Primo ministro, molti di noi ricordano il vivace dibattito di sei anni fa (una precedente visita di Orban all’Eurocamera – ndr). Non mi aspetto niente di meno oggi. Perché in questa Camera della democrazia, come in Europa, dove lo stato di diritto e la libertà di espressione sono sacrosanti, potremmo non essere sempre d’accordo, ma daremo sempre spazio alla condivisione rispettosa delle opinioni”. Infine: “C’è un detto in ungherese: Sok kicsi sokra megy. Molte piccole cose faranno molto. Questo è il potere dell’Europa: che insieme, come europei, possiamo ottenere molto di più di quanto potremmo fare da soli”.
Durissimo Orban nella replica, che respinge accuse su democrazia illiberale, corruzione, uso dei fondi europei, migrazione, famiglia, diritti e libertà fondamentali.