“Con il dialogo ho perdonato chi ha ucciso mio padre”. Queste parole di Agnese Moro fanno da titolo ad una due giorni promossa l’11 e il 12 ottobre in Calabria, a Catanzaro e a Lamezia Terme, dalla Pastorale penitenziaria regionale. Nei due giorni porterà la propria testimonianza Agnese Moro, figlia dello statista e presidente della Democrazia Cristiana rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978. Il primo incontro si svolgerà presso il complesso penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro venerdì mattina. Oltre alla Moro interverranno l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, il docente di Diritto e religione all’Università di Pisa, Luigi Mariano Guzzo, e il professore ordinario di Sociologia all’Università di Catanzaro, Charlie Barnao. Il giorno successivo presso l’Oasi Bartolomea a Lamezia Terme interverranno, oltre ad Agnese Moro, il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, il vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Francesco Savino, e i due docenti universitari Guzzo e Barnao. L’idea di questi incontri nasce qualche mese fa quando, in uno dei laboratori con i detenuti del penitenziario del capoluogo calabrese, suor Nicoletta Vessoni, operatrice da 11 anni in carcere e responsabile nazionale delle religiose che lavorano nei penitenziari in Italia, fa ascoltare loro – racconta al Sir – una testimonianza di Agnese Moro e qualche settimana dopo quella di Franco Bonisoli, ex terrorista che partecipò al rapimento di Aldo Moro e all’uccisione dei cinque uomini della scorta in via Fani a Roma e da anni impegnato in un percorso di giustizia riparativa insieme ad alcuni familiari di vittime della lotta armata, come la stessa Agnese Moro. Da queste testimonianze fatte ascoltare in carcere nasce un dibattito che “porta oggi a questi due incontri, il primo dei quali proprio nel penitenziario di Catanzaro”, spiega sr. Vessoni annunciando anche che da gennaio partirà un corso online sulla giustizia riparativa rivolto principalmente a coloro che lavorano nei penitenziari o interessati al tema del carcere.