“Crediamo che la vita umana, anche quando si è gravemente malati, possa usufruire delle cure e dell’accompagnamento necessario. Proponiamo di favorire progetti di assistenza domiciliare e ospedaliera per prendersi cura di soggetti in condizioni patologiche irreversibili, dare maggiore attuazione alla proporzionalità delle cure, evitando l’accanimento terapeutico ed incentivando le cure palliative”. È quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla discussione in Senato delle proposte di legge in materia di morte volontaria medicalmente assistita. L’associazione ha inviato ieri alle Commissioni competenti una memoria in merito.
“Siamo contrari alla morte medicalmente assistita – continua Fadda –. Legalizzare il suicidio assistito rende più accettabile la scelta di ‘farla finita’ per chiunque si trovi in un momento di disperazione, incoraggiando a ‘togliere il disturbo’ tutti coloro che la loro situazione si sentono un peso. Ci sono persone che – come ripeteva don Oreste Benzi – ‘chiedono scusa di esistere'”. Fadda conclude: “Nelle nostre case famiglia ci prendiamo cura del più fragile – anche persone affette da patologia irreversibile, tenute in vita da sostegni artificiali – assicurando la miglior vita possibile nelle condizioni psico-fisiche in cui ciascuno viene a trovarsi”.