Commissione Ue: rapporto Schengen, destinazione più visitata al mondo. Lacune nell’attuazione degli accordi. “Rafforzare le frontiere”

Mentre la Germania ha reintrodotto i controlli con tutti e nove i Paesi Ue confinanti e Francia, Olanda e Svezia evocano questa possibilità, la Commissione pubblica l’annuale rapporto sullo stato dell’area Schengen. Nel 2023 “è rimasta la destinazione più visitata al mondo” sintetizza una nota dell’esecutivo, con 10 milioni di visti Schengen rilasciati e oltre mezzo miliardo di passeggeri (siamo al 92% rispetto al pre-Covid del 2019), e ricadute positive sul turismo e quindi sull’economia. Vi sono però alcune lacune nell’attuazione, dice il rapporto: serve un quadro legislativo rafforzato, a partire dalla revisione del Codice frontiere Schengen, per mettere in atto le nuove misure (tra cui la cooperazione tra le forze di polizia); serve un quadro di governance integrato, con un ruolo rafforzato del Consiglio Schengen e un sistema di rilevazione e di analisi di dati più completa, su cui lavorare. Poi bisognerà fare nuovi passi per completare l’area Schengen, con la Bulgaria e la Romania, con cui sono già stati revocati i controlli alle frontiere aeree e marittime, ma il Consiglio Schengen dovrà decidere anche sulle frontiere terrestri interne. In generale, progressi sono stati compiuti nell’uso di misure alternative ai controlli alle frontiere interne, ma vanno implementate, a partire dalle forme di cooperazione tra polizia transfrontaliera nelle regioni di confine. Nella relazione si parla del rafforzamento della sicurezza delle frontiere esterne, anche attraverso una migliore cooperazione con i Paesi terzi.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo