Acli: è morto Emilio Gabaglio, sesto presidente dell’associazione

E’ scomparso Emilio Gabaglio, sesto presidente delle Acli. Ne da notizia l’Associazione evidenziando che Gabaglio  è stato “un protagonista non solo della storia delle Acli, ma di quella di tutto il nostro Paese. Nella sua esperienza umana, ecclesiale, sindacale e politica – si legge in una nota – si sono intrecciati diversi elementi che hanno segnato la strada di una generazione di credenti che, arrivata all’età adulta dopo la guerra, aveva vissuto con pienezza le grandi sfide degli anni Sessanta sperando nel rinnovamento della società e aveva attraversato i dibattiti del Concilio Vaticano II sperando nel rinnovamento della Chiesa”. Di origine comasca, nato in una famiglia di modesta estrazione, laureatosi con grandi sacrifici, si impegnò nell’insegnamento e poi, conquistato dalla personalità magnetica di Livio Labor, partecipò alla Scuola di formazione nazionale delle Acli, venendo incluso nella cerchia dei collaboratori del Presidente, divenendo prima Segretario organizzativo nazionale ed in seguito suo successore dopo il Congresso di Torino del 1969. Toccò a Gabaglio – ricordano oggi le Acli – “gestire la scelta coraggiosa ed inevitabile di rompere il rapporto collaterale con la DC, con le conseguenze politiche ed ecclesiali che ne vennero, in una fase sociale segnata dal grande risveglio studentesco ed operaio e dall’inizio della strategia della tensione”. Gabaglio, inoltre, lavorò alla Cisl con importanti incarichi, soprattutto nel settore dei rapporti internazionali, assumendo la guida della Confederazione europea di sindacati (CES) dal 1991 al 2003, in una fase segnata dall’allargamento dell’Unione europea e della stessa Confederazione, confrontandosi con i problemi della globalizzazione e della difesa dei lavoratori a livello continentale. “La sua attenzione ai problemi del lavoro, il suo affetto per le Acli, non sono venuti mai meno, ed egli sempre ha partecipato ai momenti formativi e di ricostruzione storica organizzati dal Movimento in questi anni”, sottolinea ancora la nota delle Acli ricordando che la sua memoria rimane quella di “un credente fedele e coraggioso, capace di assumersi le sue responsabilità e sempre orientato all’attenzione ai problemi dei lavoratori e delle classi sociali più deboli”.

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