Salute mentale: vescovi Piemonte e Valle d’Aosta, “reti familiari, amicali, di vicinato e comunità formidabili fattori di prevenzione del disagio e supporto”

“Uno dei principali drammi del nostro tempo è certamente la solitudine: la incontriamo sempre più spesso alla base di molti stati depressivi, negli esordi delle demenze, nelle esperienze di quelle persone, spesso anziani, che entrano ed escono dai pronto soccorso con eccessiva frequenza. Quando la malattia e la disabilità colpiscono una persona, le relazioni inevitabilmente ne risentono e spesso ci dimostriamo inadeguati a stare vicino a chi soffre. Si aprono quindi spazi e tempi di solitudine enormi, aggravati dallo stato di difficoltà fisica e psichica”. Si apre con questa constatazione il messaggio della Consulta regionale di Pastorale della salute della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, presieduta dal vescovo Marco Brunetti, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale che si celebrerà il 10 ottobre.
“Il contrasto alla solitudine che avviene attraverso la fondamentale cura delle relazioni non si può delegare: certe parole scaldano il cuore e favoriscono la buona salute mentale solo quando sentite da coloro a cui si vuole bene e che sanno come mantenere la persona in difficoltà, per quanto possibile, ancora protagonista attiva della propria vita”, prosegue il testo, nel quale si sottolinea che “anche il mondo del volontariato può essere strumento prezioso soprattutto in molti casi di persone prive di famiglia o solide relazioni. Quelle reti familiari, amicali, di vicinato e di comunità, purtroppo troppo spesso sottovalutate, che in qualche modo riescono a mantenere anche in tempi così difficili la propria benefica azione di conforto, supporto, incoraggiamento e consolazione, sono dei formidabili fattori di prevenzione del disagio e supporto per la salute mentale, oltre che baluardi di contrasto alla solitudine”.
“Sono consolazione e sostegno – viene spiegato – per i giovani e i loro travagli emotivi, sono supporto agli anziani nel mantenimento del tono dell’umore e del livello cognitivo, sono sostegno per tutti coloro che attraversano fasi difficili e delicate che porterebbero velocemente al crollo se non vi fossero parole dedicate, tempo donato, presenza sicura e affidabile. Sono, infine, strumento di promozione e testimonianza dell’inalienabile dignità di ogni persona, principio che è anche alla base della Legge che ha portato al superamento dei manicomi attraverso la riforma ispirata da Franco Basaglia, che ricordiamo nel centenario della sua nascita”.

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