“Maria è la Regina del cielo e della terra. Noi la invochiamo spesso nella preghiera come Regina della pace. In questi tempi difficili, mentre ci impegniamo a seguire il Signore come membra vive della sua Chiesa, dobbiamo pregare con gli occhi fissi al cielo dove Maria regna con Cristo, nostro Signore e Dio, per unire le nostre umili voci nella venerazione della Madre del Divin Redentore. La nostra preghiera per la pace, oggi e ogni giorno, deve essere incessante, perché il nostro mondo è lacerato dalla guerra, in Ucraina, in Terra Santa e in tante altre nazioni. Continuiamo, senza stancarci, come ci esorta anche Papa Francesco, a pregare per la pace essendo allo stesso tempo uomini e donne di pace”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo Petar Rajič, nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, nell’omelia della messa che ha preceduto la supplica alla Madonna, a Pompei.
E, ha aggiunto, “la nostra preghiera di pace è il Santo Rosario”: “Preghiera di pace perché completamente radicata nel Vangelo”. “Ogni guerra ferisce e lascia segni indelebili sul corpo di tutta l’umanità e, dinanzi alla tragedia di milioni di uomini, donne e bambini, non possiamo chiudere gli occhi, vivere nell’indifferenza e nell’egoismo, orientare lo sguardo altrove. Dobbiamo fare nostro il loro dolore e ‘non darci pace finché non ci sarà pace'”.
Il presule ha esortato: “Nella fervente recita del Santo Rosario, preghiamo per la nostra conversione dal peccato, per la liberazione da ogni male, per il vero rinnovamento della vita familiare, per un’abbondanza di nuovi membri nella vita della Chiesa, per nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, per il ritorno di molti cattolici che non praticano più la fede, per una vera giustizia e pace durevole nel mondo, così come per la vera purificazione e il rinnovamento della Chiesa, e di noi che siamo suoi membri”.
Inoltre, “la preghiera del Rosario, com’è avvenuto per il beato Bartolo Longo, ci deve spingere a mettere in pratica il comandamento dell’amore verso il prossimo, nella concreta attenzione soprattutto ai più bisognosi. A Pompei questo slancio di carità è visibile attraverso le molte opere di bene in favore dei fratelli e delle sorelle che si trovano in situazioni di vita difficili. Intorno a noi, è sorta nel tempo una vera e propria ‘cittadella della carità’, dove tante persone in questi anni hanno potuto sperimentare la concretezza dell’amore di Dio e della premura di Maria nei volti accoglienti e nelle mani operose di chi li assiste, amore che sana le ferite del loro passato e dona loro un presente e un futuro migliori”. Il nunzio ha concluso: “Anche noi, discepoli di Gesù e devoti di Maria, siamo chiamati a mettere in pratica il comandamento dell’amore in gesti fattivi di carità verso tutti, specialmente nei confronti dei fratelli e sorelle più piccoli e fragili. Consapevoli di ricevere per primi da Maria e dal suo Figlio Gesù un amore infinito, impegniamoci ad essere ‘buoni Samaritani’ di coloro che Dio ci fa incontrare nel nostro cammino, a farci prossimi con le parole e con le opere ad ogni persona che bussa alla porta del nostro cuore”.