Ad un anno dagli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, incombe la crisi di salute mentale innescata dalle atrocità di quel giorno. I soccorritori in prima linea, come gli autisti delle ambulanze e gli operatori sanitari negli ospedali che hanno accolto i feriti o sono stati i primi ad arrivare sulle scene dell’attacco, hanno assistito in prima persona alla carneficina e all’orrore. Anche altri, che in seguito hanno supportato l’identificazione dei corpi e la preparazione dei morti per la sepoltura, sono rimasti profondamente colpiti da ciò che hanno visto.
In risposta a questo trauma collettivo, un’organizzazione, Mashiv Ha’Ruach (che si traduce con la frase “Riportare indietro lo spirito”), sta fornendo supporto psicosociale e di salute mentale agli operatori in prima linea. I suoi ritiri con workshop, supportati da Oms Europa, offrono uno spazio sicuro in cui i partecipanti possono discutere ed elaborare le proprie esperienze sviluppando resilienza e meccanismi di adattamento che consentano loro di affrontare il futuro e supportare altri operatori in prima linea.
Nei giorni successivi agli attacchi, come molti altri, Eyal Kravitz, fondatore e amministratore delegato di Mashiv Ha’Ruach, ha guardato video di soccorritori che aiutavano in situazioni inimmaginabilmente difficili. “Ho semplicemente pensato che i primi soccorritori e gli operatori sanitari avrebbero avuto bisogno di assistenza. Così ho deciso di creare un gruppo di supporto per i civili”. Di qui il lavoro con il co-fondatore Daniel Chermon e altri per elaborare un piano d’azione. All’inizio, racconta, nessuno pensava di avere bisogno di aiuto, nessuno voleva andare agli incontri, ma “durante il ritiro, dopo che iniziamo a parlare dei nostri sentimenti, il primo inizia a parlare e a condividere i suoi problemi, e subito dopo inizia tutto il gruppo. Non potete immaginare il clima che si crea in quel momento”. I workshop comprendono attività volte ad aiutare i partecipanti a dare un senso alle loro esperienze traumatiche, a trovare meccanismi di adattamento e, di fatto, un linguaggio per parlare di ciò che hanno attraversato e superare il trauma.