“La speranza è un bene prezioso, una luce che accompagna e sostiene, soprattutto nei momenti più difficili”. Lo ha affermato Paola Da Ros, presidente della Federazione nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, in occasione della cerimonia di premiazione della XVII edizione del Premio Carlo Castelli, un concorso letterario dedicato ai detenuti delle carceri italiane, organizzato e promosso dal Settore Carcere e Devianza della Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv. La cerimonia si è svolta nei giorni scorsi, come ricorda una nota diffusa oggi dalla Federazione nazionale, a Verona, presso la casa circondariale di Montorio.
“E in questo luogo, dove la libertà è limitata, il nostro desiderio è che nessuno perda mai questa luce – ha detto Da Ros -. Il Premio Carlo Castelli non si limita a offrire uno spazio di riflessione ed espressione per i detenuti, ma prosegue nel tempo, grazie ai progetti di reinserimento sociale sviluppati in collaborazione con le istituzioni. Con il contributo in denaro che eroghiamo per ciascuno dei tre premi oltre alla somma che spetta al vincitore, ogni anno realizziamo tre progetti. Il primo premio di questa edizione finanzierà un importante progetto di reinserimento nel mondo del lavoro per i ristretti del carcere di Brescia che hanno finito di scontare la loro pena; il secondo aiuterà i giovani dell’Istituto per minori di Catania, il terzo premio andrà a favore delle attività dell’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Pisa”.
Al termine dell’incontro tre detenuti hanno testimoniato il cambiamento avuto nel tempo di reclusione grazie al sostegno dei volontari e alle attività rieducative organizzate nel carcere di Verona Montorio. Tra di loro c’è anche chi ha composto dei brani e, chitarra in mano, si è esibito.
I racconti vincitori della XVI edizione del Premio Carlo Castelli sono stati come primo classificato “Sì, c’è ancora un domani”, come secondo “Acque tempestose” e come terzo classificato “Cecità”.
Sempre a Verona, nel Teatro Nuovo di San Michele, si è svolto l’incontro “Dialogo in punta di cuore” con testimonianze di alcuni ristretti. Sì è affrontato il tema della giustizia riparativa e del reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, con il coinvolgimento della società civile. Stefania Zambelli, assistente sociale e responsabile Area Misure e Sanzioni di Comunità dell’Udepe Verona, ha illustrato i nuovi percorsi di giustizia riparativa. Sergio Premoli, psicanalista e formatore, ha invitato a non confondere mai l’uomo con il reato commesso. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai sentimenti delle vittime e dei loro familiari. Don Paolo dal Fior ha portato il suo vissuto di cappellano del carcere di Verona Montorio e ha raccontato episodi di straordinaria umanità registrati nella casa circondariale. Aal termine della manifestazione è avvenuto il passaggio del testimone: l’edizione numero XVIII del premio Castelli si celebrerà nella casa circondariale di Brescia – Canton Mombello nell’ ottobre 2025.