Terra Santa: don Pagniello (Caritas italiana), “importante unire pensieri e azioni di pace e favorire prospettive di riconciliazione e solidarietà tra le persone e tra i popoli”

A un anno dai tragici fatti del 7 ottobre 2023, Caritas italiana invita “alla riflessione e alla preghiera” ed esorta “le Caritas diocesane a continuare nella loro opera di animazione delle comunità all’impegno a fianco delle persone in situazione di vulnerabilità, a chi soffre per le conseguenze della guerra, e a pensieri e azioni di pace”.
Caritas italiana in quest’anno, si legge in una nota, “ha seguito da vicino l’evolversi della situazione ed è stata a fianco in particolare di Caritas Gerusalemme nelle attività di soccorso delle popolazioni colpite e nella riflessione su un possibile futuro di pace”. Don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, sottolinea “l’importanza di unire pensieri e azioni di pace, di favorire prospettive di riconciliazione e solidarietà tra le persone e tra i popoli. Lo si può fare con la creatività che viene dal Vangelo e camminando sulla via degli ultimi. Nei momenti di preghiera nelle nostre comunità, facciamo attenzione a coinvolgere tutti, in particolare le persone che in questo momento sono in situazione di bisogno e vulnerabilità”.
La Presidenza della Cei, ricorda la nota, ha fatto appello a unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere una giornata di preghiera e di digiuno il 7 ottobre. “Non dobbiamo stancarci – ha scritto il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei – di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”.
Accorate le parole di Papa Francesco, pronunciate durante la messa di apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, annunciando il doppio appuntamento di preghiera per la pace: “Per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo”.
Il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha invitato alla preghiera in una lettera scritta per la sua diocesi, che però ha una prospettiva globale: “In questi mesi ci siamo già espressi chiaramente su quanto sta avvenendo e abbiamo ribadito più volte la nostra condanna di questa guerra insensata e di ciò che l’ha generata, richiamando tutti a fermare questa deriva di violenza, e ad avere il coraggio di individuare altre vie di risoluzione del conflitto in corso, che tengano conto delle esigenze di giustizia, di dignità e di sicurezza per tutti”. “Anche noi – conclude il card. Pizzaballa – abbiamo però il dovere di impegnarci per la pace, innanzitutto preservando il nostro cuore da ogni sentimento di odio, e custodendo invece il desiderio di bene per ciascuno. E poi impegnandoci, ognuno nei propri contesti comunitari e nelle forme possibili, a sostenere chi è nel bisogno, aiutare chi si sta spendendo per alleviare le sofferenze di quanti sono colpiti da questa guerra, e promuovere ogni azione di pace, di riconciliazione e di incontro. Ma abbiamo anche bisogno di pregare, di portare a Dio il nostro dolore e il nostro desiderio di pace. Abbiamo bisogno di convertirci, di fare penitenza, di implorare perdono”.
Info: www.caritas.it/a-un-anno-dal-7-ottobre-pregare-per-la-pace.

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