Un raid aereo israeliano ha ucciso la scorsa notte 18 palestinesi nel campo profughi di Tulkarem, non distante da Betlemme, in Cisgiordania. Le vittime erano in un caffè frequentato da molti giovani. Tra di loro anche una madre e due suoi figli. L’attacco, secondo l’esercito israeliano (Idf), era diretto contro un dirigente locale di Hamas, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi, rimasto ucciso, e altri esponenti dell’organizzazione. Israele, per portare l’attacco, non ha usato un drone ma un cacciabombardiere F-16, cosa che non accadeva da anni. L’operazione è stata condotta congiuntamente dal servizio di sicurezza interna Shin Bet e dall’aviazione. Ci sarebbero persone ancora intrappolate sotto le macerie dell’edificio colpito. Fonti locali di Betlemme, interpellate dal Sir, affermano che “in città vige il coprifuoco ordinato da Israele. Oggi è venerdì di preghiera e le autorità palestinesi hanno consigliato alla popolazione di restare in casa per evitare incidenti e proteste. Questa mattina Betlemme, in lutto per le vittime di Tulkarem, si presenta deserta e silenziosa. La serrata è totale. Tutti check point sono chiusi, nessuno entra e nessuno esce dalla città”, come si vede nel video.
Continua ad operare il Charitas baby Hospital di Betlemme nonostante la pioggia di razzi e missili lanciati dall’Iran, nella notte fra il 1° e il 2 ottobre. Nell’ospedale pediatrico, l’unico della Cisgiordania, si continua ad accogliere e curare i bambini che riescono ad arrivare con le famiglie. Proseguono anche i lavori di costruzione della chirurgia diurna. Dopo essersi ripresa dall’isolamento causato dalla pandemia, Betlemme è di nuovo stretta dalla morsa dell’isolamento e dalla crisi economica. Dopo il 7 ottobre 2023, i pellegrini non sono più arrivati in città, facendo mancare la principale fonte di sostentamento economico ai suoi abitanti. “Pochi giorni fa sono giunti piccoli gruppi di pellegrini dal Messico che ridato un po’ di speranza alla gente”, concludono le fonti locali.