Papa Francesco: al Mieac, “allargate il cuore e non abbiate paura di proporre ai giovani ideali alti”

“Per il bene dei ragazzi, dei giovani e degli adulti che vivono accanto a voi, siete chiamati ad allargare il cuore, a non aver paura di proporre ideali alti, senza scoraggiarvi di fronte alle difficoltà”. E’ l’esortazione rivolta questa mattina da Papa Francesco nell’udienza ai partecipanti all’undicesimo Congresso nazionale del Movimento di impegno educativo di Azione cattolica (Mieac). “In questo cambiamento d’epoca – ha osservato il Pontefice -, in mezzo al processo di secolarizzazione”, l’attività educativa “attraversa terreni inesplorati, segnati da mutamenti di tipo antropologico e culturale, sui quali stiamo ancora cercando risposte alla luce della Parola di Dio. Nel contempo raccogliamo le esperienze positive che ci trasmettono molte famiglie, le scuole, le comunità parrocchiali, le associazioni e la stessa pedagogia”.
Secondo Francesco, oggi “è urgente essere – per usare una vostra espressione – ‘educatori dal cuore grande … nei labirinti della complessità’”. “E voi sapete – ha chiesto a braccio – come si esce da un labirinto? Mai soli, mai. E secondo, dall’alto. Da un labirinto si esce dall’alto e mai soli”. Allora, “per non perdere il filo in questi ‘labirinti della complessità’ è importante non restare da soli, ma costruire e rinsaldare i rapporti proficui con i diversi soggetti del processo educativo”: famiglie, insegnanti, animatori sociali, dirigenti e preparatori sportivi, catechisti, sacerdoti, religiose e religiosi, “senza trascurare la collaborazione con le pubbliche istituzioni”. “E coinvolgere i ragazzi, perché i ragazzi entrano: non devono essere passivi nel processo educativo, devono essere attivi!”, ha precisato, ancora fuori testo.
Di qui l’incoraggiamento a proseguire nel “portare avanti un’idea e una prassi di educazione che metta effettivamente al centro la persona, il suo imprescindibile valore e la sua originaria dignità, perché sia sempre e comunque considerata il fine e mai ridotta a un mezzo, per nessun motivo. Un’educazione – come dice il vostro progetto – ‘che aiuti a rientrare in sé stessi, a coltivare l’interiorità, la trascendenza, la spiritualità, come elementi imprescindibili per lo sviluppo integrale della persona umana, in tutte le sue dimensioni: esistenziale, spirituale, affettiva, culturale, sociale, politica’. È proprio questa la prospettiva giusta in cui proseguire il cammino del vostro Movimento”.

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