“È possibile camminare senza stancarsi? Può sembrare una domanda contraddittoria. Non è difficile sentire tra di noi l’affermazione: sono stanco!”. Lo scrive mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri, nella lettera ai giovani di novembre, facendo riferimento al tema scelto dal Papa per la Giornata mondiale della gioventù che si terrà in tutte le diocesi del mondo domenica 24 novembre: “Quanti sperano nel Signore … camminano senza stancarsi” (Is 40,31).
“Il primo pensiero va alla stanchezza fisica – osserva mons. Leuzzi -. Il nostro corpo, quando è sottoposto a sforzi oltre le proprie capacità, sente il bisogno di fermarsi. Ciò accade normalmente nella vita sportiva”. Ma c’è anche “una stanchezza che non dipende dallo sforzo fisico, ma dal camminare, anzi dal correre, senza sapere perché e dove si va. Il mondo moderno è tale in quanto ci offre la possibilità di correre, di non stare fermi. A differenza del mondo preindustriale anche chi non vuole correre si sente trasportato”. Purtroppo, però, “anche chi non vuole correre può sentirsi stanco! È la stanchezza di chi o è travolto dal ritmo della vita o si sente fuori di essa”.
Ecco perché “le parole del Papa possono sembrare contradittorie! Il mondo ci fa correre e provoca la stanchezza; invece Lui ci invita, insieme al profeta Isaia, a camminare senza stancarsi”.
Allora serve evitare di camminare? “No, cari amici – risponde il vescovo -, possiamo camminare senza stancarci perché possiamo costruire! La società moderna ci viene presentata come una corsa quando non si riesce a capire perché stiamo camminando con un ritmo accelerato. In realtà anche se cammini lentamente ti puoi stancare! Puoi camminare senza stancarti solo quando sei impegnato a costruire la comunità nella quale vivi, a cominciare da quella familiare”. Dunque, “più ti impegni a costruire, più sei riposato. Questo è il riposo di chi investe la sua vita per costruire e far crescere gli altri. Essere isolati per evitare la stanchezza significa non comprendere che abbiamo la grande possibilità di essere protagonisti. Isolarsi è già stancarsi!”.
Nel giorno del Battesimo, prosegue, “abbiamo ricevuto il grande dono di poter camminare senza stancarci, perché camminiamo con il Risorto che ci vuole costruttori e non spettatori. Insieme condividiamo con i nostri amici la gioia di costruire e di saper ripartire per sempre verso nuove tappe”. Anche “il riposo è necessario. Mentre il sonno è segno di paura e di delusione. Riposare dopo aver camminato tanto!”.
Un invito poi a pensare ai nostri nonni: “Quando li incontriamo, essi ci testimoniano che hanno camminato tanto, senza stancarsi. Nel loro volto e nel loro cuore c’è il frutto del loro riposo: desiderano camminare sempre! Anche tu, come loro, non evitare le difficoltà e cammina! Non sei solo. C’è il Signore che cammina con te e con tutta la Chiesa”.