America Latina: Cali, presentata ieri alla Cop16 la “Rotta Laudate Deum”, con gli impegni della Chiesa del continente su biodiversità e ambiente

(Foto Celam)

Nell’ambito della Cop16, la Chiesa cattolica dell’America Latina e dei Caraibi ha presentato ieri ufficialmente il proprio piano di impegni per la biodiversità e la cura dell’ambiente, secondo un approccio di ecologia integrale. La “Rotta Laudate Deum” è il nome di questo documento che affronta sette aree chiave di preoccupazione delle varie istituzioni ecclesiastiche di fronte alla crisi sociale e ambientale. Inoltre, come riporta Adn Celam, sono previste azioni concrete per contribuire alla ricerca congiunta di soluzioni in quattro aree: partecipazione civica e dei cittadini; iniziative educative e pedagogiche; rafforzamento di reti e alleanze; incidenza sociale.
Il piano è stato presentato ufficialmente in una conferenza stampa, a Cali, dall’arcivescovo, mons. Luis Fernando Rodríguez; da mons. Juan Carlos Barreto, vescovo di Soacha e presidente della Commissione episcopale per la pastorale sociale della Chiesa colombiana; da Liliana Zamudio, vice direttrice della Commissione episcopale per la pastorale sociale; da Musamba Mubanga, consigliere per la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico; da Victor Genina, direttore dello Sviluppo umano integrale di Caritas Internationalis, e Nicolas Meyer, coordinatore di Caritas America Latina e Caraibi.
Durante l’incontro con i media è stato annunciato un bilancio della partecipazione della Chiesa in questi giorni, sia nella zona verde e zona blu della Cop16, che si conclude il 1° novembre. Nella zona verde si sono svolti più di 30 eventi su giustizia ambientale, popoli e comunità, biodiversità, cambiamento climatico, pace con la natura e Cop dei popoli. Nella zona blu, uno spazio di dialogo e di accordi multilaterali coordinato direttamente dall’Onu, la Chiesa ha ribadito il suo lavoro per la giustizia sociale e ambientale. Sono tre gli impegni assunti dalla Chiesa continentale, nella “Rotta Laudate Deum”. In primo luogo, “identificare e monitorare gli impegni presi dai governi per garantire la partecipazione della società civile”; quindi, “un’attenzione alla visibilità delle buone pratiche: la Chiesa continua a impegnarsi per mettere in evidenza le buone pratiche che emergono da e con il territorio”; infine, “facilitare la rete tra i vari attori rilevanti, assicurando che le comunità siano collegate ai progetti che le riguardano”.

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