“Nascere in un Paese dove ci sono gravi crisi non è una colpa. Fuggire da conflitti, carestie, persecuzioni o crisi sanitarie non è una colpa. Cercare di dare un domani ai propri cari non è una colpa. Oggi, in occasione dell’undicesima Giornata della memoria e dell’accoglienza, è questo il messaggio che dobbiamo ripetere a gran voce a tutti. Il 3 ottobre deve essere per noi un giorno in cui diventiamo testimoni verso la comunità internazionale che non ci sono colpe nel cercare speranza, nel desiderio di avere una vita in cui la dignità umana e il rispetto reciproco non siano un’utopia”. Lo ha ribadito oggi Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana.
“A Lampedusa, il 3 ottobre 2013, in un tragico naufragio morirono 368 tra donne, uomini, bambine e bambini. La giornata, istituita per ricordare questa tragedia e per commemorare le vittime dell’immigrazione, deve essere per tutti noi uno stimolo a fare nostra un’Umanità che non ha distinguo o pregiudizi nell’accogliere, nell’aiutare il prossimo, nel regalare un gesto d’amore a chi è in difficoltà”, ha aggiunto Valastro. “È questo che fa la Cri a Lampedusa e in tutti i porti d’Italia nei quali è impegnata nelle attività di accoglienza alle persone migranti. Dal 1° giugno del 2023, gestiamo l’hotspot di Contrada Imbriacola, nel quale abbiamo ospitato complessivamente oltre 113mila persone, nel quale abbiamo dato conforto, aiuto a ciascuna di queste vite. Già, la vita. Durante quelle traversate cariche di speranza molte persone l’hanno persa, altre la vita l’hanno trovata, qualcuno l’ha addirittura vista sorgere su un barchino. E quella vita, ciascuna di quelle vite, merita rispetto”.