“Per ciò che riguarda il Vaticano, la sua neutralità è diplomatica. E questa neutralità ha permesso al Santo Padre di continuare ad avere contatti con la Russia e con l’Ucraina. E questo gli dà capacità e possibilità estremamente importanti per salvare delle vite”. Lo ha detto questa mattina Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in una conferenza stampa che si è tenuta a Parigi, nell’ambito della visita che l’arcivescovo maggiore sta facendo in Francia. Ieri l’arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini ha incontrato il Presidente francese Macron e la visita in Francia proseguirà fino a 5 novembre. Oggi, l’incontro con la stampa francese. Rispondendo ad una domanda riguardo a come gli ucraini guardano alle posizioni di Papa Francesco rispetto alla guerra in Ucraina, l’arcivescovo maggiore ha spiegato che in effetti gli ucraini temono e non capiscono perché che il papa e il vaticano non prendono posizione e vorrebbero che il Vaticano sostengano l’Ucraina in maniera più decisa, chiedendo come sia possibile “rimanere neutrali quando si uccidono degli innocenti”. “Per spiegare – ha detto Shevchuk – bisogna fare un distinguo” tra due tipi di neutralità: “la neutralità diplomatica” e “la neutralità morale”. Si tratta di un concetto che è stato ripreso e spiegato anche nel messaggio che i vescovi greco-cattolici hanno lanciato nel loro messaggio a conclusione del loro ultimo Sinodo. Riguardo alla neutralità diplomatica, Shevchuk ha ricordato: “ogni volta che incontro il Santo Padre, gli trasmetto liste di nomi di chi è stato fatto prigioniero chiedendo al papa di salvare vite umane. Se il Vaticano non continuasse a mantenere posizioni di neutralità diplomatica, nessuno potrebbe aiutarci per queste questioni”. Shevchuk ha quindi espresso la sua riconoscenza a papa Francesco e alla Santa Sede per questa neutralità “diplomatica”. Diverso invece è il discorso della neutralità morale. A questo proposito, Sua Beatitudine ha sottolineato che il Papa “è a fianco delle vittime innocenti” ed ha ricordato le parole “mai così forti” dette dal papa all’Angelus del 13 ottobre quando il Santo Padre ha lanciato un appello affinchè gli ucraini “non siano lasciati morire di freddo” e affinchè cessino gli attacchi aerei “contro la popolazione civile che è sempre la più colpita. Basta uccidere innocenti”, ha detto in quella occasione e in maniera esplicita il Santo Padre.