La delegazione di Caritas italiana in questi giorni in viaggio in Sud Sudan ha visitato oggi il campo temporaneo dei profughi sudanesi a Malakal. Qui i profughi arrivano tramite battello sul Nilo dal Sudan e si fermano in attesa di essere trasferiti in altre località. Nel campo arrivano circa mille persone a settimana. La Caritas fornisce giornalmente cibo a coloro che ancora non sono registrati per riceverlo dal Wfp, il Programma dell’Onu per l’assistenza alimentare. Distribuisce farina, olio, sale e legumi.
Ieri pomeriggio c’è stato l’incontro nella capitale Juba con mons. Christian Carlassare, padre comboniano di origine venete, vescovo di Bentiu e amministratore apostolico di Rumbek. Nel 2021 fu vittima di un attentato poco prima della sua nomina ma ha deciso di restare e proseguire la sua missione in Sud Sudan.
Padre Christian ha messo in evidenza le enormi sfide che sta affrontando il Paese, colpito dall’ennesima alluvione che ha messo sott’acqua ampie parti del territorio. Un fenomeno non nuovo, ma che negli ultimi anni sta diventando sempre più frequente e intenso, aggravando le già molto precarie condizioni della popolazione. Ha inoltre sottolineato come la crisi economica stia mettendo in ginocchio il Sud Sudan. Lo Stato è letteralmente senza fondi, anche a causa del blocco delle esportazioni petrolifere a causa della guerra in Sudan. Poliziotti, insegnanti e tutto il settore pubblico sono senza stipendio da mesi aggravando la recessione economica e generando una tensione sociale pericolosa anche se per ora sommersa. Mons. Carlassare ha ribadito con forza come “la speranza di una rinascita non va perduta anzi è viva nelle stesse comunità che rappresentano la vera forza del Paese e della Chiesa”. La delegazione è composta dal direttore don Marco Pagniello, dal responsabile del servizio Africa Fabrizio Cavalletti e, per la tappa finale, dal coordinatore regionale Federico Mazzarella. Più info su www.caritas.it.