“Non sono un ideologo e per questo dico che chi ideologizza il privato convenzionato non si rende conto di quanto sia impensabile abolirlo. Chiariamo un concetto: in Italia oggi non ne possiamo fare a meno e nessuno potrà cancellarlo”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci parlando della questione liste d’attesa, in margine ad una iniziativa politica dell’area governativa, ”Due anni di governo Meloni. L’Italia torna a correre’. In un’intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale toscano, Schillaci ha infatti evidenziato, tra l’altro, proprio il ruolo della sanità convenzionata nel sistema salute del Paese.
“Nel leggere le parole del ministro Schillaci – commenta Virginio Bebber, presidente dell’Associazione che riunisce le istituzioni socio-sanitarie cattoliche (Aris) – ho visto finalmente aprirsi uno spiraglio nel buio dell’atavica diffidenza che, ispirata da certe correnti ideologiche, circonda la sanità d’ispirazione cattolica convenzionata e non profit, come poi tutta la sanità privata convenzionata”. “Sono anni – aggiunge – che ci sforziamo di far capire che il ruolo delle nostre strutture socio-sanitarie accreditate, e non profit per statuto identitario, fanno parte integrante, per legge mai abrogata, del Ssn, dunque svolgono un ruolo pubblico a tutti gli effetti. Dunque sono aperte a tutti i cittadini alle stesse condizioni del pubblico. Questa forse è la prima volta nella storia che un ministro della Salute ha la forza e il coraggio di dichiararlo pubblicamente e di far capire quanto sia essenziale il nostro contribuito nell’assistenza dei cittadini”. E per quanto riguarda “l’abbattimento delle liste d’attesa – conclude il presidente Aris – potremmo fare ancora molto di più, se solo ce ne dessero l’opportunità. Naturalmente, come chiesto dal ministro, siamo pronti a mettere a disposizione le nostre agende”. “Il privato convenzionato – aveva infatti precisato Schillaci nell’intervista – deve mettere a disposizione le sue agende. È uno dei criteri per l’accreditamento. Basta dare regole chiare e trasparenti. A mio giudizio le liste d’attesa sono un fenomeno dovuto a una cattiva organizzazione”.