Rapporto abusi: serve “gestione efficiente, tempestiva e rigorosa dei casi”

“Accompagnare i leader della Chiesa locale nella loro responsabilità di attuare politiche di prevenzione e risposta”. E’ uno degli obiettivi del Rapporto annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa per la tutela, elaborato dalla Pontificia Commissione per la tutela dei minori, nel quale viene presentato un resoconto delle attività in materia di tutela e delle sfide presenti nelle Chiese Locali. Ogni anno, sulla base delle visite “ad limina”, la Commissione esamina tra le 15 e le 20 Chiese locali, con l’intenzione di esaminare l’intera Chiesa in un periodo che riguarderà 5-6 Rapporti Annuali. Ogni Rapporto Annuale comprende inoltre l’analisi di una selezione di istituti religiosi. In primo piano, “la necessità di promuovere meglio l’accesso delle vittime/sopravvissuti alle informazioni così da affrontare il problema dell’opacità dei processi canonici come fonte di ritraumatizzazione”. L’auspicio è quello di studiare “misure che garantiscano il diritto di ogni individuo a qualsiasi informazione che lo riguardi, massimamente le circostanze e le responsabilità relative al caso di abuso, nel rispetto delle leggi e dei requisiti in materia di protezione dei dati” e attraverso “un approccio olistico alla definizione e alla relativa applicazione di vulnerabilità nelle disposizioni in materia di tutela da parte della Chiesa”. “È necessario sviluppare una definizione maggiormente uniforme della vulnerabilità”, una delle proposte del testo, in cui si auspica la condivisione della  “conoscenza delle risultanze delle attività giurisdizionali con un livello di dettagli sufficiente a promuovere risultati giuridici coerenti e uniformi in tutte le aree del globo”. “Consolidare e chiarire le competenze proprie di ogni Dicastero della Curia romana così da garantire una gestione efficiente, tempestiva e rigorosa dei casi di abuso sottoposti alla Santa Sede; snellire e velocizzare il processo di dimissione dall’incarico così da consentire un percorso agevole e semplice per le dimissioni o la rimozione di un leader della Chiesa, laddove giustificato”, le altre indicazioni del documento, oltre a quella di “sviluppare ulteriormente il magistero della Chiesa sul suo ministero in materia di tutela, di promuovere la conversione all’interno della Chiesa riguardo alla dignità del bambino e ai diritti umani in relazione agli abusi”. “Studiare i danni e le politiche di risarcimento per promuovere un approccio rigoroso alle riparazioni, come parte dell’impegno della Chiesa nel percorso di guarigione delle vittime/sopravvissuti”, la raccomandazione a favore di chi ha subito abusi.

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