Rapporto abusi: “in alcuni paesi la reputazione della Chiesa ha priorità rispetto alla protezione delle vittime”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

In Europa, “se da una parte nelle Chiese locali sono stati condotti alcuni seri studi sulla prevalenza degli abusi con avanzato impegno in materia di tutela, in diverse parti della Regione si registra una persistente assenza di statistiche affidabili sull’entità degli abusi da parte di chierici e religiosi”. Lo si denuncia nel Rapporto annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa per la tutela dei minori, elaborato dalla Pontificia Commissione per la tutela dei minori. “Fattori che incidono sulla capacità di ritenere in alcuni Paesi i colpevoli di reati responsabili di essi, includono lo stigma sociale, la mancanza di meccanismi di denuncia accessibili, la mancanza di un seguito dato a dette denunce da parte delle autorità ecclesiastiche”, si legge nel testo, in cui si segnala anche la “frustrazione tra le vittime/sopravvissuti a causa della gestione dei loro casi da parte del sistema”. Gruppi di vittime, in particolare,  “riferiscono che in alcuni Paesi la reputazione della Chiesa sembra avere priorità rispetto alla protezione delle vittime/sopravvissuti”.

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