“Il nostro Rapporto Annuale — un modello pilota — è il prodotto di una grande quantità di discussioni, riflessioni, tempo e sforzi che hanno avuto inizio con le indicazioni date da Papa Francesco alla Commissione nel corso dell’udienza con il Santo Padre che, occorsa nell’aprile 2022, ha coinciso con la nostra Assemblea Plenaria”. Lo scrive il card. Sean Patrick O’ Malley, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, nell’introduzione al Rapporto annuale sulle politiche e le procedure della Chiesa per la tutela, elaborato dalla citata Commissione pontificia. Due gli obiettivi del Rapporto: “una Chiesa che sia al sicuro dagli abusi al suo interno e una Chiesa che sia efficace protagonista contro gli abusi e sostenitrice della dignità dei bambini e degli adulti vulnerabili in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è sviluppare un Rapporto Annuale con impegno verso la trasparenza e l’esercizio della responsabilità istituzionale, in solidarietà con le vittime e i sopravvissuti-e in tutto il mondo”. “La tutela deve essere al centro di tutte le dimensioni del ministero della Chiesa”, spiega O’ Malley a proposito del mandato del Papa: “In primo luogo, esso dovrebbe essere per noi uno strumento di conoscenza capace di farci comprendere meglio come i nostri valori possano informare la risposta alla piaga dell’abuso e contribuire a istituire mezzi di prevenzione efficaci in tutti i Paesi. Verità, giustizia, riparazioni e riforme istituzionali dovrebbero servire da punti di riferimento e pilastri per il nostro lavoro”. In secondo luogo, l’intento è quello di “sviluppare una piattaforma per condividere sia le buone pratiche che le sfide affrontate nelle Chiese locali”, a 10 anni dall’istituzione della Commissione. In terzo luogo, il Rapporto Annuale serve a “misurare e documentare gli sviluppi delle iniziative in materia di tutela da parte della Chiesa nel mondo”, in modo da “monitorare le iniziative che stanno funzionando e quelle che stanno fallendo” e da “ripristinare la speranza e la fiducia delle vittime e dei sopravvissuti-e — e delle loro famiglie e comunità”. Infine, il Rapporto serve “quale meccanismo sistematico per i professionisti in materia di tutela della Commissione per fornire approfondimenti e raccomandazioni di esperti a specifiche istituzioni della Chiesa”: “uno strumento sinodale per costruire collegialità e comunione intorno al ministero della Chiesa in materia di tutela”, lo definisce O’ Malley, spiegando che questo Rapporto Annuale pilota ha coinvolto direttamente più di 20 istituzioni della Chiesa “per discutere in modo costruttivo il loro impegno, i loro risultati e le loro carenze in materia di tutela” e “continuare a lavorare insieme per la tutela e la protezione del popolo della Chiesa e di tutte le persone di buona fede”.