“La invito rispettosamente a chiarire che questi commenti non riflettono in alcun modo le sue opinioni personali o politiche. Non è sufficiente che la sua campagna si scusi per questi commenti. È importante che lei stesso si scusi per questi commenti”. A rivolgersi in questo modo al candidato presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in una lettera aperta pervenuta al Sir, è l’arcivescovo di San Juan de Puerto Rico, mons. Roberto O. González Nieves. Nella lettera si esprime forte sconcerto per un commento fatto dal comico Tony Hinchcliffe, durante un comizio della campagna elettorale di Trump a New York. Hinchcliffe ha definito Porto Rico “un’isola galleggiante di rifiuti in mezzo all’oceano”. L’evento di Donald Trump si è tenuto domenica 27 ottobre al Madison Square Garden e il commento di Hinchcliffe ha scatenato reazioni indignate tra i portoricani, sia coloro che vivono nell’isola, territorio incorporato degli Usa (anche se sono cittadini statunitensi, non possono votare), sia tra le numerose comunità portoricane presenti negli States 8e quindi chiamate a votare alle presidenziali). “Porto Rico non è un’isola galleggiante di spazzatura”, scrive l’arcivescovo, assicurando che “Porto Rico è un Paese bellissimo abitato da persone molto nobili e preziose”. Viene ricordato, inoltre, che “nella guerra del Vietnam sono morti più soldati portoricani nell’esercito degli Stati Uniti che soldati provenienti da qualsiasi Stato degli Stati Uniti”. Prosegue mons. González: “Mi piace una buona battuta. Tuttavia, l’umorismo ha i suoi limiti. Non deve insultare o denigrare la dignità e la sacralità delle persone”, di conseguenza “questo tipo di commenti non dovrebbe far parte del discorso politico di una società civilizzata”. Da qui, la richiesta di scuse rivolta direttamente al candidato presidente. “Possa tu essere benedetto con saggezza”, ha detto l’arcivescovo alla fine della sua lettera a Donald Trump.