Messico: accorato appello dei vescovi del Guerrero, in preda a massacri e violenza, “autorità civili agiscano concretamente e immediatamente”

Dopo gli attacchi e gli scontri armati di giovedì scorso, le strade e le vie di Técpan de Galeana, nella Costa Grande del Guerrero, stato messicano tra i più violenti, sono diventate un cimitero clandestino. In quattro giorni, 34 persone sono state uccise nella città e nella zona rurale del comune. Si tratta soltanto dell’ultimo episodio di una lunga scia di sangue, che coinvolge gran parte del territorio statale, sia lungo il litorale del Pacifico che all’interno. Ancora, una volta, si alza la voce dei vescovi delle diocesi del Guerrero (Acapulco, Chilpanchingo-Chilapa, Ciudad Altamirano e Tlapa), attraverso una nota diffusa ieri. “Alziamo la voce per denunciare ancora una volta gli attacchi alla dignità, ai diritti e alla vita di tante persone nelle nostre città e invitiamo tutti a unire le forze per costruire una società più giusta e fraterna, dove regnino la giustizia, la fraternità e la pace”, si legge.
Esortano i vescovi: “Stringiamo i ranghi e uniamo le nostre forze a quelle di gruppi e istituzioni, dentro e fuori la Chiesa, per consolare le famiglie delle vittime, chiedere che le autorità proteggano la loro integrità fisica e le loro fonti di lavoro, e promuovere la giustizia e la fraternità”.
Conclude la nota: “Chiediamo alle autorità civili e militari di esercitare la loro autorità e di garantire la sicurezza, il libero transito e il lavoro senza quote ed estorsioni, in modo che le famiglie possano vivere dignitosamente. La società del Guerrero è desiderosa di sperimentare la vostra sensibilità e solidarietà con la popolazione di fronte alla situazione di violenza. Ci auguriamo che si agisca concretamente e immediatamente per garantire il benessere di tutti, così come per fare chiarezza su tanti crimini e portare giustizia, ripristinando lo stato di diritto”.
Tutti i laici, le persone consacrate, i diaconi, i sacerdoti e i vescovi, “si assumono la responsabilità di ‘artigiani e costruttori di pace’ promuovendo ovunque e in ogni circostanza la riconciliazione, la giustizia e il rispetto della dignità, dei diritti e della vita di ogni persona”.

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