Ci sono 27,1 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni (pari al 12% della forza lavoro) abili al lavoro ma che al 31.12.2023 erano disoccupate, sottoccupate, in cerca di un lavoro anche se non immediatamente disponibili a lavorare o immediatamente disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro. È il dato che unisce al numero dei disoccupati anche quello delle persone disponibili a lavorare ma non pienamente produttive. È il concetto del “labour market slack”, la debolezza del mercato del lavoro, che registra la quota di domanda di lavoro retribuito non soddisfatta all’interno di una determinata popolazione. “È un indicatore delle dinamiche occupazionali e della salute generale di un’economia”, spiega Eurostat che oggi pubblica il dato: “Più è bassa questa quota, più l’economia è capace di sfruttare in modo ottimale la domanda di lavoro”. Tra i Paesi dell’Ue, nel 2023, questa debolezza del mercato del lavoro è stata più elevata in Spagna (pari al 20,2% della forza lavoro), Italia (17,7%), Svezia (16,4%) e Grecia (16,3%). La percentuale più bassa invece è riscontrabile in Polonia (4,8%), Malta (5,2%), Ungheria (6,0%), Repubblica Ceca (6,4%) e Slovenia (6,5%). A livello europeo, la fetta più grande di quei 27,1 milioni di persone è costituita dai disoccupati (5,8%), poi ci sono persone abili al lavoro, ma che non lo cercano (2,8%), quindi le persone sottoccupate (2,5%), che hanno contratti part-time, e infine chi è in cerca di lavoro ma non immediatamente disponibile (0,9%).