Aumento del numero complessivo di persone accolte, aumento degli uomini italiani e delle donne in situazione di disagio accolti, abbassamento dell’età media degli ospiti. È la fotografia dei primi dieci mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, del ricovero notturno per persone senza dimora “Casa San Martino” di Caritas diocesana vicentina, che si appresta ad attivare la modalità di accoglienza invernale (precisamente dal 1° novembre al 31 marzo), ossia l’offerta di ospitalità anche alle persone senza dimora che finora non hanno avviato un percorso individuale di inclusione sociale e che rischiano la vita a causa delle temperature rigide della notte. Tutto ciò a patto che siano disponibili ad accettare minime regole di convivenza e di rispetto reciproco. Inoltre, a chi non vorrà o non potrà accedere al ricovero notturno, verranno distribuite coperte sia a Casa San Martino sia tramite l’unità di strada.
In questo 2024, le persone finora ospitate sono state 210, contro le 194 del 2023 (circa +18%). I pernottamenti totali sono dunque saliti a 12.331 (contro i 10.841 del 2023), con una media di circa 41 persone ospitate per notte (la capienza massima è di 50 posti). Gli uomini italiani accolti sono stati 39 (28 nel 2023) e gli stranieri 154 (165 l’anno scorso), mentre le donne sono state 17 (una nel 2023), di cui 5 italiane e 12 straniere. L’età media delle persone ospitate si attesta sui 39,5 anni, contro i 42 dell’anno scorso. “Le accoglienze delle donne sono di breve durata, in quanto Casa San Martino è prevalentemente una struttura di accoglienza maschile – spiega Lorenzo Facco, responsabile dell’area grave marginalità di Caritas diocesana vicentina –. Per quel che riguarda le donne italiane, si tratta soprattutto di persone trovate in strada e con fragilità psichiche, mentre le straniere sono soprattutto donne rientrate in Italia dopo una permanenza in altri Paesi”. “È da alcuni anni che assistiamo ad un aumento del numero di accoglienze – commenta don Enrico Pajarin, direttore Caritas diocesana vicentina –. Da un lato, ciò è sicuramente legato all’aumento delle fragilità presenti nel territorio a causa del continuo innalzamento del costo della vita e a causa dell’instabilità internazionale e della povertà che spingono moltissime persone a lasciare i loro Paesi per raggiungere l’Italia. Dall’altro lato, è legato al forte turnover delle persone accolte”.