I migranti sono “maestri di speranza”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i Padri Scalabriniani, in occasione del loro Capitolo generale.” Io sono figlio di migranti, e a casa abbiamo sempre vissuto quello di andare lì per fare l’America, per progredire, per sperare più avanti”, ha aggiunto a braccio. “Partono sperando di trovare altrove il pane quotidiano – come diceva san Giovanni Battista Scalabrini –, e non si arrendono, anche quando tutto sembra remare contro, anche quando trovano chiusure e rifiuti”, la fotografia di Francesco, secondo il quale “la loro tenacia, sostenuta spesso dall’amore per le famiglie rimaste in patria, ci insegna tanto, specialmente a voi che, migranti tra i migranti – come vi ha voluto il vostro fondatore – ne condividete il cammino”. “La vedova, l’orfano, lo straniero sono i privilegiati di Dio”, la sottolineatura a braccio. “La ricerca di futuro che anima il migrante esprime un bisogno di salvezza che accomuna tutti, al di là di razze e condizioni”, la tesi di Francesco: “Anzi l’itineranza, rettamente compresa e vissuta, può diventare, pur nel dolore, una preziosa scuola di fede e di umanità sia per chi assiste che per chi è assistito”. “Non dimentichiamo che la stessa storia della salvezza è una storia di migranti, di popoli in cammino”. Il monito del Papa, che auspica “una pastorale della speranza”.