Gioco d’azzardo: Bencic (Agita), Rolando (Centro terapia Campoformido), Capitanucci (And), “il confine è stato superato, tornare indietro non si può più. Il disastro è totale”

“Il gioco d’azzardo legale di Stato in Italia è tra i primi comparti economici per fatturato e per utili. Questo, oltre a produrre profitti enormi per i concessionari e per l’erario (sebbene del tutto al ribasso, se si considerano i dati della raccolta lorda), provoca enormi danni sanitari, sociali ed economici, in modo diretto e indiretto, per quasi dieci milioni di persone”. Lo ricordano, in una nota, Dario Bencic, presidente di Agita, Rolando De Luca, responsabile del Centro di terapia di Campoformido e Faedis, e Daniela Capitanucci, presidente di And-Azzardo e nuove dipendenze Aps, denunciando che “sono venticinque anni che il Parlamento italiano adotta provvedimenti criminali che hanno incentivato e incentivano comportamenti distruttivi nella popolazione, in spregio alla tutela della salute, alla Costituzione e alla convivenza civile e democratica”.
E, proseguono, “proprio in questi giorni – dalla bozza della manovra finanziaria 2025 – apprendiamo che verranno cancellati l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il Ministero della Salute e gli stanziamenti economici mirati (il fondo destinato alla cura e alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico) spalmandoli sulle dipendenze più in generale”. Al contempo, “sarà aggiunta un’ulteriore estrazione settimanale dei giochi del Lotto e del Superenalotto e saranno prorogate tutte le concessioni di gioco d’azzardo in scadenza”.
Bencic, De Luca e Capitanucci non usano mezzi termini: “Eccoci arrivati dunque agli atti finali della ‘normalizzazione’ dell’azzardo e dell’istituzionalizzazione dell’occultamento dei danni che esso produce. Un Parlamento che, per come agisce, non si distingue nella sostanza dai narcotrafficanti e di fatto consegna milioni di persone al disastro economico e psicologico personale, familiare, con ricadute devastanti sulla salute, sulla qualità della vita dei cittadini e della comunità. La gestione dell’azzardo di Stato in questi 25 anni rappresenta una pietra tombale per la democrazia, per la Costituzione e per la convivenza civile, avendo determinato inesorabilmente il progressivo impoverimento e danno alla salute delle famiglie italiane”.
Per i tre firmatari della nota, “il confine è stato superato e ora tornare indietro non si può più. Il disastro è totale. Il tempo è scaduto. Il resto sono parole inutili”. Non manca il rammarico: “Dopo decine di comunicati, appelli, segnalazioni, convegni, incontri, riunioni, dal 2000 ad oggi, che non sono serviti a nulla e non hanno smosso la sensibilità dei parlamenti succedutisi nel nostro Paese consideriamo che le ultime decisioni rappresentino la pietra tombale definitiva”. Con una richiesta che può sembrare paradossale: “Vi chiediamo quindi di ‘non’ pubblicare questo comunicato stampa. Non è un paradosso, ma la presa d’atto di essere arrivati al capolinea di un disastro sociale e sanitario senza ritorno. Noi continueremo ad occuparci e a preoccuparci delle famiglie in difficoltà”.
“Il paradosso è figlio della sensazione che proviamo. Sembra che tutto ciò che è stato fatto sinora per arrestare questa deriva, sia stato e sia inutile, che non abbia prodotto né produca risultati, e che la catastrofe dell’azzardo prosegua a spron battuto – spiega al Sir Capitanucci -. E anche dati di raccolta e spesa/perdita devastanti, invece che destare allarme e preoccupazione, vengono presentati come… storie di successo industriale”.

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