“Abbiamo incontrato dei giovani che coltivano e conservano desideri alti, di una vita bella, piena, felice; desideri che abbiamo riscontrato nelle classi delle scuole superiori, con gli universitari, per strada, negli incontri a tu per tu”. È il bilancio “estremamente positivo” tracciato da fra’ Alfio Vespoli, responsabile del gruppo missione ed evangelizzazione dei Frati minori dell’Umbria, e da don Simone Pascarosa, vicario episcopale della pastorale diocesana, nella giornata conclusiva della “Missione Giovani 2024” che si è svolta a Perugia dal 18 al 27 ottobre. “Un po’ tutti abbiamo respirato quel clima di fraternità e di condivisione dell’annuncio missionario del Vangelo che ci ha uniti e che rimane un patrimonio da coltivare e da valorizzare”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis all’inizio dell’omelia della celebrazione eucaristica domenicale conclusiva della “Missione Giovani” in una gremita cattedrale di San Lorenzo da lui presieduta insieme a una rappresentanza di sacerdoti francescani e diocesani, esprimendo a tutti loro parole di gratitudine per l’opera missionaria svolta a beneficio dell’intera comunità diocesana. Diversi religiosi e religiose insieme a sacerdoti diocesani hanno formato cento giovani missionari, che, a loro volta, nei dieci giorni della “Missione”, hanno avvicinato e dialogato con centinaia di loro coetanei. Di questi, 400 ogni sera, dal 22 al 26 ottobre hanno riempito il teatro Pavone partecipando alle catechesi e alle adorazioni eucaristiche in cattedrale e nella chiesa della Misericordia.
L’arcivescovo ha portato l’esempio di Stefania, nemmeno ventenne, iscritta al primo anno di università, che qualche mese fa scopre di avere un tumore e muore all’Hospice di Perugia mercoledì scorso. La mamma trova un foglietto scritto dalla figlia dove aveva appuntato “le ragioni per cui voglio vivere”. “Sono dodici punti su cui potremo costruire la prossima “Missione Giovani” – ha commentato mons. Maffeis –. C’è dentro la passione di Stefania, il suo sogno di poter maturare una professione che l’aiuti a rispondere alle domande di tanti; c’è dentro, è l’ottavo punto, quello più secco: ‘Voglio essere felice’”.
Momento non secondario della celebrazione eucaristica conclusiva della “Missione Giovani” è stato, dopo l’omelia, quello della restituzione all’arcivescovo da parte di ciascuno dei cento missionari del Tau, la “croce francescana” ricevuta lo scorso 18 ottobre e indossata per tutto il periodo della “Missione”. Al termine, i missionari hanno dato il loro arrivederci alla città di Perugia con canti e danze fuori della cattedrale, accanto alla splendida duecentesca Fontana Maggiore.