“Raccogliere i frutti della riflessione sullo statuto teologico e giuridico delle Conferenze episcopali” e “precisare l’ambito della competenza dottrinale e disciplinare delle Conferenze Episcopali”. Sono due raccomandazioni contenute al n. 125 del documento finale del Sinodo sulla sinodalità, che è stato approvato con 45 voti contrari. “Senza compromettere l’autorità del Vescovo nella Chiesa a lui affidata né mettere a rischio l’unità e la cattolicità della Chiesa, l’esercizio collegiale di tale competenza può favorire l’insegnamento autentico dell’unica fede in un modo adeguato e inculturato nei diversi contesti, individuando le opportune espressioni liturgiche, catechetiche, disciplinari, pastorali, teologiche e spirituali”, si legge nel testo, in cui si suggerisce inoltre di “procedere a una valutazione dell’esperienza del reale funzionamento delle Conferenze episcopali, dei rapporti tra gli episcopati e con la Santa Sede, per individuare le riforme concrete da attuare”.