In occasione dell’80° anniversario della Liberazione (1944-2024), l’arcidiocesi di Pisa promuove per oggi l’apertura straordinaria al pubblico del Palazzo arcivescovile per l’evento “L’arte liberata: recuperi bellici in arcivescovado”.
“In uno dei momenti più drammatici della storia recente di Pisa, il Palazzo arcivescovile – viene spiegato in una nota pubblicata sul sito web dell’arcidiocesi – rappresentò un punto di riferimento per la città martoriata dalla guerra. Tra il 21 giugno e il 2 settembre 1944 l’arcivescovo Vettori rimase l’unica autorità italiana sotto l’occupazione nazista di Pisa, fino all’insediamento di una giunta comunale rinnovata. In quel momento così doloroso, l’arcivescovado divenne un saldo rifugio per la popolazione e nel chiostro-peristilio trovarono riparo decine di sfollati. Nelle fasi cruciali del conflitto, vennero ricoverate nel palazzo arcivescovile anche alcune opere d’arte sacra provenienti dagli enti ecclesiastici della città, nel tentativo di preservarle dalla inevitabile distruzione, per essere restituite alle comunità negli anni successivi al conflitto”. “La maggior parte dei dipinti delle chiese – prosegue la nota – trovò rifugio nella Certosa di Pisa, scampando alla distruzione e alla dispersione. In alcuni casi purtroppo alla fine del conflitto alcune opere confluirono nei depositi della Soprintendenza di Pisa, nell’impossibilità di essere ricollocati nelle chiese da cui provenivano, completamente distrutte nel corso dei terribili bombardamenti o profondamente trasformate durante le fasi di restauro post belliche. Un oblio durato dagli anni Quaranta al 2017, cessato grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza di Pisa e l’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, che ha permesso la restituzione di numerosi dipinti. In quella occasione l’arcivescovo di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto, ha messo a disposizione il Palazzo arcivescovile per ospitare i dipinti scampati alla guerra e renderli di nuovo fruibili attraverso le aperture straordinarie del Palazzo”.