Terzo settore: Vita-Swg, “per il 79% degli italiani positivo l’effetto sociale che le organizzazioni non profit producono per il Paese. Il 43% è interessato a lavorarci”

Il 43% degli italiani mostra interesse nell’idea di lavorare nel Terzo settore, una percentuale superiore rispetto a coloro (35%) che dichiarano di esseri disposti a operare come volontari; associazioni e onlus iniziano a essere riconosciute come veri e propri attori nel panorama economico al pari delle aziende e, quindi, in grado di offrire concrete opportunità professionali. Chi lavora nel sociale è percepito come più felice, coraggioso e meno stressato rispetto ai professionisti dei “settori profit”. È quanto emerge dall’indagine curata da Vita e Swg presentata questa mattina a Milano nell’ambito della due giorni ospitata alla Fabbrica del Vapore in occasione del trentennale della rivista.
Oggi pomeriggio andrà in scena un hackathon, organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Junior Achievement, in cui 40 ragazzi e ragazze si sfideranno per trovare soluzioni originali per favorire l’inclusione di persone disabili. Domani, invece, sarà presentato il libro “Perché dono”, realizzato dai giornalisti di Vita, che, attraverso 50 testimonianze di donatori fedeli, ha indagato le motivazioni profonde che spingono a sostenere con continuità gli enti non profit: emergono come decisive la fiducia nell’operato delle associazioni, la trasparenza, insieme al senso di appartenenza e ai valori che riescono a esprimere.
Condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 2.000 soggetti di età compresa tra i 18 e i 74 anni, l’indagine – viene spiegato in un comunicato – fotografa la percezione che gli italiani hanno del Terzo settore. Il 79% degli intervistati riconosce l’effetto sociale positivo che le organizzazioni non profit producono per il Paese. In questo contesto, gli intervistati reputano le associazioni essenziali nell’ambito dell’assistenza e, tra i cittadini, prevale l’idea che il Terzo settore sia centrale nella difesa delle persone con disabilità e dei loro familiari (28%), degli anziani (24%) e dei migranti (23%). Alla dimensione sociale si affianca, però, anche il valore dal punto di vista economico: il 67% dei cittadini sostiene, infatti, che le organizzazioni del Terzo settore producano un effetto positivo all’economia del Paese.
“Il Terzo settore è diventato parte integrante dell’economia del Paese, capace di comprendere e rispondere a bisogni profondi dei cittadini, ma sempre di più anche motore di sviluppo sostenibile attraente anche per chi vuole realizzarsi professionalmente”, ha sottolineato Stefano Arduini, direttore di Vita, aggiungendo che “forte dei suoi 30 anni di attività e grazie alla collaborazione costante con le più importanti realtà del sociale in Italia, Vita vuole continuare a contribuire alla crescita del Terzo settore e dei valori che esprime perché diventi un soggetto sempre più influente a livello sociale ed economico e fonte di soluzioni originali a favore di uno sviluppo credibile, giusto e inclusivo”.

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