Papa Francesco: alla diocesi di Roma, “il povero non può essere un numero”, “non dire che i cristiani che lavorano con i poveri sono comunisti”

“Per favore, il povero non può essere un numero, un problema, o peggio ancora uno scarto! E’ nostro fratello, carne della nostra carne”. E’ l’appello del Papa, che ha articolato il suo ampio discorso alla diocesi di Roma, partecipando all’assemblea nella basilica di San Giovanni in Laterano, su tre punti: “portare ai poveri il lieto annuncio, ricucire lo strappo, seminare la speranza”.  “Sentire la questione della povertà come un’urgenza ecclesiale che diventa impegno e responsabilità di tutti e sempre”, l’invito di Francesco: “E per favore – ha aggiunto – non diciamo che i cristiani che lavorano con i poveri sono comunisti!”. “La  Chiesa è chiamata ad assumere uno stile che mette al centro coloro segnati dalle diverse povertà”, ha spiegato Francesco: “poveri di cibo, poveri di speranza, affamati di giustizia, assetati del futuro, bisognosi di legami veri. Rendiamoci presenti verso i poveri e diventiamo segno della tenerezza di Dio”. “Un cristiano che non si fa vicino, che non è compassionevole e non è tenero non è un cristiano”, ha esclamato Francesco ricordando le tre parole di cui è fatto lo stile di Dio: “vicinanza, compassione, tenerezza”. “Gesù non ci offre una soluzione magica alla povertà, ci chiede di portare loro il lieto annuncio. Anzitttutto di dire loro che sono amati dal Signore e che agli occhi di Dio sono preziosi, che la loro dignità è sacra. Tante volte noi cristiani diciamo questo a parole, ma poi non facciamo i gesti che lo fanno credibile”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi