“Questa Giornata Missionaria Mondiale ci richiama all’urgenza della missione, nella quale tutti noi discepoli missionari dobbiamo sentirci coinvolti ad una partecipazione entusiasta, recuperando la consapevolezza che nessuno può tenere per sé il dono di fede ricevuto”. Lo scrive il vescovi di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, in un messaggio in occasione della 98 a Giornata Missionaria Mondiale che in diocesi che si celebrerà domenica prossima. Nella missiva il presule invita i fedeli a sentirsi protagonisti attivi dell’azione missionaria e a sostenere le
missioni con la preghiera e con un contributo da destinare al servizio delle Pontificie Opere Missionarie. “La missione che il Redentore ha portato nel mondo duemila anni fa continua, deve continuare ancora oggi e -scrive – la nostra partecipazione è necessaria. Insieme a tutta l’umanità siamo chiamati a partecipare al banchetto del Re”. In questa Giornata Missionaria la prima cosa che viene chiesta ad ognuno – spiega – è quella di pregare per i missionari e le missionarie, che “rispondendo alla chiamata di Cristo, hanno lasciato tutto per andare lontano dalla loro patria a portare la Buona Notizia là dove la gente ancora non l’ha ricevuta o l’ha accolta da poco”. La diocesi di Locri-Gerace, nel contesto di questa Giornata e dell’ottobre missionario coordinato dal direttore dell’Ufficio Missionario diocesano, don Giuseppe
Alfano, avrà la gioia di accogliere dal 26 al 28 ottobre mons. Lazarus Vitali Msimbe, vescovo di Morogoro (Tanzania) che porterà e condividerà una testimonianza missionaria dalla sua diocesi, dove le Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo, la Congregazione nata a Portigliola ad opera della Serva di Dio Giuditta Martelli, ha avviato una missione, “Sorgente di Speranza”, alla quale collabora anche la diocesi calabrese. Mons. Msimbe presiederà la veglia missionaria do domani, sabato 26 ottobre alle ore 20,30 nella Chiesa Cattedrale
di Locri. Con l’invito a partecipare tutti a questo momento di preghiera per le missioni, mons. Oliva ha voluto rivolgere il pensiero ai tanti missionari che operano in terre di missione, provate da anni di guerra. “Senza pace – ha scritto – la missione è resa ancora più difficile. Il Dio che annunciamo ed in cui crediamo è il Dio della pace. Egli s’è fatto uomo in quella terra, la Palestina, ove oggi la guerra imperversa. Preghiamo il Dio della pace perché ogni uomo che crede in Lui s’impegni sempre per un mondo di pace”.