Assemblea diocesi Roma: mons. Reina, “tantissimi nella nostra città rimangono indietro”

“Roma era una città povera e conflittuale e il convegno del ‘74 fu una di quelle pietre miliari che diede forma alla vita diocesana, chiamando a raccolta tutto il popolo, creando un soggetto ecclesiale forte, parlando francamente dei dolori di Roma”. Così mons. Baldo Reina, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, ha ricordato il convegno sui “mali di Roma”, durante l’assemblea della diocesi che si svolge nella basilica di S. Giovanni in Laterano – alla presenza di Papa Francesco – a 50 anni di distanza da quell’evento. “Potremmo dire che in quel momento nacque la Chiesa locale, postconciliare e contemporanea”, la tesi di Reina, che ha citato il card. Poletti e mons. Luigi di Liegro, tra i principali protagonisti del convegno: “In tantissimi parteciparono, furono preparati 320 documenti dalle diverse realtà romane e vennero fatti 740 interventi nelle cinque assemblee”. Per il vicario del Papa, “il convegno ebbe il genio di leggere Roma con realismo e propose la speranza di una città diversa, soprattutto mostrò che non si doveva essere inerti ma si poteva fare molto per cambiare. Ci è sembrato giusto nell’arco di quest’anno ritornare a quell’evento”. “Proprio in questi giorni si sta per chiudere la II Assemblea generale sulla Sinodalità e fra due mesi esatti inizierà il Giubileo”, ha ricordato Reina: “Una Chiesa chiamata a scommettere sullo stile della sinodalità e a vivere l’incontro con la misericordia di Dio per dare speranza a chi l’ha perduta”. Di qui l’idea di “ritornare al Febbraio ’74 non per guardare indietro ma per osservare evangelicamente il tempo che viviamo”, partendo dalla constatazione che “tanti, tantissimi, nella nostra città rimangono indietro; è come se per loro i diritti non valessero pienamente”. Quattro le gravi forme di povertà individuate, “che penalizzano molte delle persone che vivono a Roma”: la povertà educativa che interessa bambini e ragazzi; la povertà sanitaria, la povertà di chi non ha casa e la povertà del lavoro, tutte forme di povertà “rese ancora più gravi dalla solitudine che avvolge come un triste mantello tante persone e da un’indifferenza diffusa che è parte del clima culturale che respiriamo e che ci preoccupa moltissimo”. “I problemi della città sono problemi che sentiamo nostri e rispetto ai quali vogliamo innanzitutto sentire giusta compassione”, ha assicurato Reina: “La chiesa è parte integrante della città e la città, questa città, è il luogo in cui siamo chiamati ad annunciare il Regno. Attorno a queste problematiche vorremmo chiamare a raccolta tutti e ciascuno con la propria responsabilità. Ci piacerebbe creare delle occasioni stabili di confronto e di collaborazione con le istituzioni, con il vasto mondo delle associazioni, con gli uomini e le donne di buona volontà a cui sta a cuore il bene della persona umana e insieme lavorare per seminare speranza”.

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