“Siamo qui stasera non solo per fare memoria, perché quella stagione si è chiusa da tempo. Siamo qui per rinnovare un impegno, perché in questo XXI secolo ormai inoltrato, alla vigilia del Giubileo, sentiamo la necessità di aprire una fase nuova, un cammino nuovo”. Lo ha detto il giornalista Marco Damilano, intervenuto all’assemblea della diocesi di Roma, in corso nella basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza del Papa. “Non può reggere una città divisa dal popolo. Non può reggere una Chiesa divisa dal popolo”, ha detto Damilano citando il convegno del 1974 sui “mali di Roma”. “Roma è una città che sembra aver perso la fiducia, la gioia di vivere”, l’analisi del giornalista: “È la città della solitudine. Le famiglie composte da una sola persona sono il 46 per cento, nel centro storico sono quasi il 60. L’età media è di 44,7 anni, abbassata da chi è nato all’estero. Roma è divisa tra la città ricca, che abita in case grandi e ha i migliori livelli di istruzione, e la città povera, che vive tra disoccupazione elevata, densità abitativa, scarso trasporto pubblico, reti criminali e mafiose. Bassi livelli di istruzione si accompagnano a scarse opportunità di occupazione, a livelli di reddito bassi. Nel quartiere Parioli ci sono 8 volte i laureati di Tor Cervara. Roma è divisa tra la città degli uomini e la città delle donne. A parità di istruzione non corrisponde parità di occupazione. Roma è divisa tra la città anziana e la città dei giovani e delle famiglie numerose che vivono lontano dal centro, nella città cresciuta da sola a ridosso del Raccordo Anulare, una distesa di centri commerciali, stabilimenti, il tempio buddista, il tempio mormone, i più grandi di Europa, ma senza servizi, librerie, spazi di socializzazione, parrocchie. Roma è la città dei senza tetto, i 23.420 senza tetto e senza fissa dimora censiti. I migranti, i richiedenti asilo. I detenuti, le prostitute e le vittime di tratta sessuale, le donne che hanno subito violenza seguite dai Centri Antiviolenza e dalle Case Rifugio”. Roma, ha osservato Damilano, “è la città piazza di spaccio più grande d’Europa, dove convengono bande criminali e mafie. Roma è la città dove la politica è venuta giù. È il cuore della politica nazionale, ma è anche la città della desertificazione democratica, dove da anni in quasi tutte le consultazioni, amministrative o nazionali, vota meno della metà degli aventi diritto”. “In questa città, in questo momento storico, alla vigilia del Giubileo, la Chiesa di Roma, come l’apostolo Pietro, non possiede né oro né argento, non ha più potere né ricchezze, ma quello che ha lo mette in gioco”, ha detto Damilano: “Invita a rimettersi in piedi, tutti, a ricominciare a camminare insieme. La prima ricucitura è l’ascolto di un pezzo di città che c’è, ma non appare, non incontra le strutture. Roma deve tornare a essere modello di integrazione e di convivenza delle diversità, come è sempre stata nella sua storia, con esperienze innovative di collaborazione tra movimenti popolari, associazioni di territorio, giovani e studenti e istituzioni, Caritas e chiese sul territorio, come si sta sperimentando anche in questi giorni, dopo i recenti sgomberi”.