“In mezzo al vortice del mondo attuale e alla nostra ossessione per il tempo libero, il consumo e il divertimento, i telefonini e i social media, dimentichiamo di nutrire la nostra vita con la forza dell’Eucaristia”. A lanciare il grido d’allarme è il Papa, che nella sua quarta enciclica, “Dilexit nos”, paragona le possibili derive attuali alla posizione dei giansenisti, “che guardavano dall’alto in basso tutto ciò che era umano, affettivo, corporeo”, e ritenevano che la devozione al Sacro Cuore di Gesù “ci allontanasse dalla più pura adorazione del Dio Altissimo”. “Oggi, più che al giansenismo, ci troviamo di fronte a una forte avanzata della secolarizzazione, che aspira ad un mondo libero da Dio”, la denuncia di Francesco: “A ciò si aggiunge che si stanno moltiplicando nella società varie forme di religiosità senza riferimento a un rapporto personale con un Dio d’amore, che sono nuove manifestazioni di una spiritualità senza carne”. Di qui l’invito papale a rinnovare la devozione al Sacro Cuore di Gesù, che “ci libera da un altro dualismo: quello di comunità e pastori concentrati solo su attività esterne, riforme strutturali prive di Vangelo, organizzazioni ossessive, progetti mondani, riflessioni secolarizzate, su varie proposte presentate come requisiti che a volte si pretende di imporre a tutti”. L’atteggiamento da imitare, per il Papa, è quello di Santa Teresa di Gesù Bambino, la cui preghiera al Cuore di Cristo si può riassumere in tre parole: “Confido in te”. Poi la citazione delle parole di Gesù nella prima apparizione di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque: “Il mio divin Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò”.