Esplosione a Bologna: Acli, “serve un investimento straordinario e una procura nazionale sulla sicurezza”

Le Acli si stringono attorno ai familiari e ai colleghi delle due vittime e degli 11 feriti dall’esplosione allo stabilimento della Toyota di Bologna. “È ormai anche difficile trovare le parole per chiedere ai nostri governanti che mettano al centro della loro agenda politica la sicurezza sul posto di lavoro – ha dichiarato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli – Il nostro mondo del lavoro è dominato dal principio del massimo ribasso uguale massimo profitto. In questo modo si toglie ogni senso al vero cardine su cui si fonda la nostra Repubblica, come recita l’articolo 1 della Costituzione: il processo produttivo in molti, troppi, casi è un semplice ingranaggio che calpesta ogni diritto, con l’unico obiettivo di tagliare i costi e tagliare i costi significa rinunciare prima di tutto alla sicurezza, poi alla salute e al rispetto dell’ambiente. Come abbiamo ribadito recentemente c’è troppa impunità, serve un investimento straordinario anche prevedendo una procura nazionale sulla sicurezza che possa agire in modo più efficace ed efficiente”.
“Dall’inizio dell’anno si sono verificati, in Emilia-Romagna, 68 infortuni mortali, in aumento del 38% rispetto al 2023, un dato che fa spavento – ha dichiarato Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna. “Da tempo le Acli insistono nelle loro proposte per usare il tesoretto dell’Inail per intensificare i controlli e investire sulla sicurezza. Mi sembra un passaggio ormai imprescindibile. Negli ultimi mesi, Bologna ha fatto parlare di sé per incidenti molto gravi: dalla centrale idroelettrica di Suviana ad aprile, al morto sui binari a San Giorgio di Piano solo pochi giorni fa, è chiaro che c’è un problema molto evidente e meno mediatico rispetto ad altre cause di morte, di cui spesso si parla con enfasi. Per questo è bene mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza”.

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