Ventotto pellicole, firmate da registi di 17 Paesi che concorrono nelle categorie fiction, documentario e animazione. Sono i cortometraggi selezionati per l’edizione 2024 del Souq Film festival, che torna – dal 25 al 27 ottobre – all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano. Il concorso cinematografico internazionale, promosso per l’11° anno dalla Casa della Carità, è dedicato alle tematiche affrontate dal lavoro sociale quotidiano della Fondazione milanese: immigrazione e accoglienza, razzismo, difesa dei diritti umani, condizione delle donne e delle persone detenute, promozione della salute mentale. “In questa edizione – spiegano i promotori – irrompe con forza il racconto della contemporaneità: la guerra, da quella in Ucraina a quella a Gaza, e le sue conseguenze sulle persone, il disagio giovanile che si è acuito dopo la pandemia, l’emergenza abitativa nelle grandi città, la crisi climatica e ambientale” (info su https://souqfilmfestival.org/).
La Casa della Carità “Angelo Abriani” è una fondazione che persegue finalità sociali e culturali, nata nel 2002 per volere del cardinale Carlo Maria Martini. Dal 2004, anno dell’inaugurazione, ogni giorno si prende cura di famiglie senza casa, giovani migranti, mamme con bambini e persone senza dimora o con problemi di salute mentale. Nella sua sede principale di via Francesco Brambilla a Milano, nelle sedi distaccate e in una rete di appartamenti diffusa sul territorio cittadino, ospita centinaia di persone in difficoltà. A coloro che non riesce ad accogliere, la Casa offre servizi come docce e guardaroba, ambulatori medici e psichiatrici, consulenza legale. Nell’ultimo anno la Casa della Carità ha lavorato a favore di 11.597 persone. Seguendo il mandato del cardinal Martini, a partire dalle sue attività sociali, la Casa della Carità propone attività culturali aperte alla cittadinanza (www.casadellacarita.org).
Anteo Palazzo del Cinema è invece attivo da oltre 40 anni nel settore dell’esercizio cinematografico. “L’idea che si sostiene è quella di un cinema che fa parte del tessuto sociale: la sala, in un centro metropolitano, diventa sempre più uno spazio culturale multifunzionale e multidisciplinare, che si apre alla città, accoglie le sue proposte e le fa diventare parte integrante della propria programmazione”.