La Comunità di Sant’Egidio ricorda con “affetto” Gustavo Gutiérrez, il teologo peruviano considerato il padre della teologia della liberazione, morto oggi all’età di 96 anni. “L’amicizia con lui è cresciuta negli anni, attraverso tanti incontri sia in Perù che a Roma, condividendo la riflessione sul valore dei poveri nella Chiesa, tema a cui ha dedicato la sua vita, fin dal Concilio Vaticano II”, si legge sul tutto della Comunità fondata da Andrea Riccardi. Il sito riporta anche una sintesi di un colloquio pubblico con Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, tenuto a Roma nel 2019, sul tema “La Chiesa e i poveri” e durate il quale Gutiérrez racconta la propria esperienza di studente in medicina, giovane idealista che sognava di essere vicino alla sofferenza umana, ma anche al disagio sociale. E’ in quegli anni e in quel contesto che matura la sua vocazione, che gli fa scegliere per il sacerdozio. Parlando dei poveri, in quell’occasione disse che il “lavoro con i poveri richiede che essi si rendano conto di essere cristiani – chi lo è – e di essere degli esseri umani. L’elemosina, che ha avuto uno spazio eccezionale nella storia della Chiesa, ha finito il suo tempo, almeno in parte. Anche perché la povertà ha delle cause, da affrontare, perché le cose possano cambiare. Occorre essere voce dei senza voce, lottare perché i senza voce, lottare perché i senza voce comincino ad avere voce. Una lotta che continua, perché la povertà è ancora presente nel mondo e ha radici in un’economia spietata, ‘di morte’, come ha detto papa Francesco”.